Con le parole che sugellano l’infamia di Carlino dei Pazzi , si prepara la rappresentazione dell’Antenora , dove sono i traditori della patria e del partito politico , emergenti anch’essi dalla ghiaccia con la sola testa ma visibili nei volti , perchè —–e credo che questo sia l’aggravio di pena rispetto alla Caina—–non è loro concesso di tenere in giù la faccia per difendersi almeno un poco dal gelo. Ma ecco già l’Antenòra:
Poscia vid’io mille visi cagnazzi
Fatti per freddo ; onde mi vien riprezzo
E verrà sempre, de’ gelati guazzi
La glaciale atmosfera di Cocito col suo inumano tormento si fissa qui nell’aspetto di mille visi sfigurati e illividiti dal gelo , mentre il riprezzo , il brivido d’orrore suscitato in chi guarda, si propaga anche in particolari effetti di suono . Il primo peccatore che balza sulla scena è Bocca degli Abati il noto traditore di parte Guelfa alla battaglia di Montaperti. Dante invoca di nuovo le Muse perchè lo assistano nel difficile compito nel descrivere in poesia l’ultima e più terribile parte dell’Inferno . Ed ecco Napoleone e Alessandro Alberti signore della valle del Bisenzio , tutti immersi nel ghiaccio , Dante parla con Bocca promette una fama che per il dannato suona in ben altro modo , L’altro dannato è Buoso da Duera . Egli piange qui l’argento dei Franceschi . Ma ecco il preludio del dramma del conte Ugolino :
Noi eravam partiti già da ello
ch’io vidi due ghiacciati in una buca
Si che l’un capo a l’altro era capello
E come ‘l pan per fame si manduca
Così ‘l sovran li denti a l’altro pose
La ve ‘l cervel s’aggiunge con la nuca.
I due Ugolino e Ruggero , sono stretti insieme dal ghiaccio in una stessa buca- I due sono già cosi saldamente ritratti che il ricordo di Tideo e Menalippo sembrerebbe superfluo ;  il ricordo di quanto più sentiamo quanto Tideo che ferito a morte dal tebano Menalippo , riuscì ad uccidere il feritore e poi. prima di morire , volle roderne il capo come si legge in Stazio non solo attinge vita in uno scorcio in cui sentiamo quanto palpiti nella fantasia di Dante quel mondo culturale donde è pur venuto uno spunto all’episodio di Ugolino , non solo incide ancora il particolare della fame ma lo illumina di quel disdegno per cui la fame si fa dramma .
Professore Vincenzo Bruzzaniti