Le figure femminili che simboleggiano le sette virtù invitano Dante a distogliere il suo sguardo da Beatrice per volgerlo alla processione , la quale, in questo momento , riprende a muoversi in direzione opposta rispetto a quella prima seguita , finche tutti i suoi membri si fermano intorno a un albero altissimo e spoglio di fronde . Dopo che il grifone vi ha legato il suo carro , la pianta rinasce a nuova vita , coprendosi di fiori e foglie . Il canto dolcissimo innalzato dai personaggi del corteo provoca in Dante una specie di tramortimento , e, quando si risveglia Matelda gli indica Beatrice che siede sotto l’albero circondata dalle sette virtu’ , mentre i ventiquattro seniori , il grifone e gli altri componenti del corteo risalgono in cielo .
La seconda parte del canto è occupata dalla rappresentazione delle vicende del carro della Chiesa attraverso suggestive allegorie . Dante ricorda- con la figura dell’aquila – le persecuzioni portate avanti contro i primi cristiani e con l’immagine della volpe il diffondersi delle eresie ; in un secondo momento l’aquila – simbolo dell’impero- ritorna e lascia sul carro una parte delle sue penne , per indicare il potere temporale di cui fu investita la chiesa dopo la donazione territoriale fatta dall’imperatore Costantino a papa Silvestro , Poi un drago , che rappresenta Satana , esce improvvisamente dalla terra e , dopo aver colpito con la coda maligna il carro , si allontana pieno di soddisfazione . L’immagine della Chiesa si trasforma infine in una figura mostruosa , dotata di sette teste e dici corna : su di lei siede sfrontata una meretrice , a fianco della quale compare un gigante , che flagella ferocemente la donna subito dopo che questa ha volto il suo sguardo verso Dante . Il canto termina mostrando il gigante che stacca dall’albero il carro della Chiesa per trascinarlo nella selva.
A partire dal verso 37 e fino alla fine del canto si riversa su ogni allegoria e su ogni metamorfosi la presenza del sovrannaturale , che non può non esserci allorchè una storia di secoli viene contratta in pochi attimi e vissuta in movimenti simbolici che colgono il valore spirituale , il significato etico-religioso degli eventi , che presentano i fatti come già sottoposti al giudizio finale di Dio e quindi già collocati nel luogo che a loro compete nell’ordine divino , che distinguono nelle azioni umane i disegni segreti che preparano l’adempimento di una giustizia riparatrice . Dante ha sentito come appassionata intensità questo ” dramma sacro” e lo ha risolto in un “dramma figurato” .
La trama del canto XXXII , infatti, non può non richiamare tutta la letteratura allegorica , profetica, apocalittica che fu proprio del Medioevo e che trovò la sua espressione più famosa negli scritti di Gioacchino da Fiore , soprattutto nel momento in cui di fronte alla dilagante corruzione morale della Chiesa , al venir meno di ogni ordine civile e alla mancanza di una salda guida politica , da ogni parte si invocava un rinnovamento dei costumi ecclesiastici e una rinascita del potere imperiale . Dante , dalla ricchissima simbologia del suo tempo , che investiva non solo la letteratura ortodossa e riformatrice , ma anche le figurazioni artistiche , ha scelto forse gli archetipi più rappresentativi , dai quali deriva il carattere , oltre che drammatico , anche spiccatamente visivo e descrittivo di questa poesia , con cui si accorda l’idea e l’efficacia figurale , pittorica e plastica della parola , quella disposizione a fissare immagini , linee e colori , in movimento che in questo canto s’intensifica in virtù animatrice . in vicenda di drammaticità allucinante , in rapida magia di azioni sceniche .
Professore Vincenzo Bruzzaniti