Commento estetico al canto XXXI del Paradiso a cura del Professore Vincenzo Bruzzaniti

Il percorso di Dante s’avvia verso i gradi più avanzati della visione mistica , alla realizzazione dell’itinerarium mentis in Deum (itinerario della mante in Dio) . La vista si potenzia e il pellegrino comincia a ” gustare” il Paradiso . Si placano le ansie, l’affanno di una vita si scioglie nel piacere di Dio . L’anima si rasserena , gli occhi oziano tranquillamente in uno spazio che possiede il respiro dell’infinito e la misteriosità del sacro. La condizione essenziale dell’incontro con Dio è il profondo silenzio, in cui si realizza il massimo della concentrazione e il più appagante abbandono. Dante si guarda intorno alla ricerca della sua donna , ma si accorge che Beatrice non c’è più. La perdita è il segno di una mancanza dolorosa , ma anche il tramite del passaggio allo stadio successivo della conoscenza e dell’acquisizione . La morte non è che un istante di transito da una condizione a un altra : cosi Beatrice muore per lasciar posto a San Bernardo , la teologia lascia spazio alla mistica . Anche Dante muore , però per rinascere in una nuova dimensione .Scompare il pellegrino in ricerca , nasce il cristiano che “gusta ” Dio . E’ come aprirsi a un incontro d’amore : l’intensità dell’attesa e della passione si esplica nella contemplazione intensa dell’oggetto amato , il desiderio si manifesta come tensione diretta alla fusione . Ma prima Dante piange la perdita di Beatrice ; il pianto esorcizza il dolore e lo risolve; con le lacrime scorre via l’angoscia , e il cuore si prepara sgombro all’incontro decisivo . Quando la vede lassù , tra i beati, non può che cantarle un nuovo inno di lode , nell’attesa di ritrovarla per sempre nella dimensione eterna del Paradiso , parte integrante di quel corpo mistico a cui ogni cristiano partecipa . C’è in questi versi tutta la sapienza dei mistici medievali , il loro amore-carità che, attraverso i sei stadi mistici , conduce all’estasi , culmine di ogni desiderio . La conquista successiva è preceduta però da momenti umanissimi di piacevole vagabondare con gli occhi per gli spazi infiniti del cielo e di angoscia tristissima nella scoperta di non trovare più accanto a sè la sua donna . Questo è il destino umano : scoprire che la felicità non è che un sogno . Ma il destino del cristiano è un altro : la bellezza esplosiva della sua donna in mezzo agli altri beati indica il senso di una metamorfosi continua , di una eternità che supera le apparenze e riscatta le perdite. La lode acquista perciò le caratteristiche di una preghiera religiosa , sacralizzando i termini di una dichiarazione che era già comparsa nella Vita Nova , e Beatrice figura del Cristo diventa ora prefigurazione della Vergine Maria . Dante infatti , guardando là dove rivolge gli occhi San Bernardo , vede splendere , nella candida rosa colei che da madre del Cristo , è diventata madre dell’ umanità intera : lo splendore intenso di Beatrice appare . al confronto , più modesta cosa , ma gli occhi del poeta si stanno ormai adattando al grandioso spettacolo divino . Una nuova donna si affaccia sulla scena della vita di Dante , ma, senza Beatrice , ogni ulteriore sogno di grandezza sarebbe miseramente fallito nella selva oscura della colpa e della limitatezza umana.
Professore Vincenzo Bruzzaniti