Non è facile , neanche per chi si creda libero dalle suggestioni del gusto classicistico , sottrarsi , leggendo l’esordio di questo canto , alla impressione di una dissonanza e di una sproporzione fra le due similitudini iniziali e la descrizione dell’improvviso irrompere dei due falsificatori di persona, Gianni Schicchi e Mirra ” che mordendo correvan in quel modo che l’porco quando porcil si chiude ” .
E ci si chiede perchè mai Dante abbia voluto introdurre questa rapida e brutale descrizione mediante un cosi vistoso indugio su due episodi illustri di mitologica pazzia , attinti direttamente dall’autorevole repertorio delle Metamorfosi ovidiane , e per di più elaborati con con esplicito impegno retorico quale si nota , ad esempio , nelle architettoniche e quasi simmetriche strutture ritmico-sintattiche , nella frequenza delle rime difficili ( figli , pigli. artigli ; varco , Learco , carco) nella abbondanza degli epiteti riferiti a Ecuba ( trista, misera, cattiva, dolorosa, forsennata).
Tra i commentatori che si sono posti questa domanda parlano di ub contrasto d’intonazione ……Appena Capocchio ha finito di parlare , Gianni Schicchi , un peccatore che si trova nella decima bolgia, per essersi sostituito , fingendosi infermo e moribondo ,A BUOSO Donati già morto ed aver dettato il testamento di quest’ultimo in proprio favore, lo addenda furiosamente .
Insieme a Gianni Schicchi percorre la bolgia correndo Mirra , colpevole di aver alterato le proprie sembianze per soddisfare una insana passione . Poi Dante scorge un altro dannato, il cui corpo deformato dall’idropisia , ha la forma di un liuto. E’ maestro Adamo , che coniò, per incarico dei conti Guidi di Romena , fiorini di Firenze aventi tre carati di metallo vile . Questo suo reato gli valse la condanna al rogo e la dannazione eterna . Pregato da Dante , fa il nome dei suoi due compagni di pena che una febbre altissima tormenta . Sono la moglie dell’egiziano Putifar , che accuso’ ingiustamente Giuseppe di averla insidiata , e il greco Sinone , reo di aver persuaso Priamo a fare entrare in Troia il cavallo di legno escogitato da Ulisse . Sinone , forse indispettito per la menzione poco onorevole che di lui ha fatto maestro Adamo , sferra sul ventre dell’idropico un pugno vigoroso , ma il coniatore di falsi fiorini non tarda a rispondergli colpendolo violentemente sul volto . I due cominciano allora a rinfacciarsi a vicenda sia le colpe passate , sia i morbi che attualmente deformano le loro fattezze . Virgilio interviene infine a distogliere il discepolo dall’assistere a una così plebeo spettacolo .
Professore Vincenzo Bruzzaniti