Dispersivo e discontinuo , il primo canto dei falsari segna un attenuarsi della tesa indagine morale del poeta , una pausa nel suo vigoroso impegno stilistico .Dapprima la visione vuol richiamarci soprattutto all’immagine di una moltitudine adunata in un luogo chiuso ; solo in un secondo momento è percepibile l’urlo straziante che riconduce il poeta , come per una tragica associazione di idee a quella che il Sapegno chiama ” l’assurda fantasia di raccogliere in un sol luogo tutto il dolore e tutte le epidemie .

Le due immagini (pozzo e marcite membre ) , cosi strettamente collegate e interdipendenti , preparano efficacemente il quadro della pestilenza di Egina di cui Ovidio nel settimo libro delle Metamorfosi , aveva dato una prolissa descrizione sulla quale Dante —–che già s’era provato a riassumerla nel Convivio —–torna con somma maestria , per estrarne , come puntualmente analizzò il Torraca , gli elementi e i temi fondamentali , quelli che il poeta latino aveva finito per smarrire nel corso della sua rappresentazione . Prima di lasciare la nona bolgia Dante cerca con gli occhi in essa un suo congiunto. Geri del Bello , seminatore di discordia , la cui morte violenta è rimasta invendicata , ma Virgilio gli ricorda che l’ombra di questo suo parente è passata sotto il ponte , mostrando sdegno e minacciandolo con un dito , quando egli era tutto intento ad osservare Bertran de Born . Ripreso il cammino , i due poeti giungono sopra l’ultima bolgia dell’ottavo cerchio , nella quale si trovano i falsatori , divisi in quattro categorie : falsatori di metalli con alchimia , falsatori di persone, falsatori di monete , falsatori di parole. Con il corpo deformato da orribili morbi giacciono a mucchi o si trascinano carponi gli alchimisti . Due di questi dannati attirano l’attenzione di Dante : stanno seduti , appoggiandosi l’uno alla schiena dell’altro , e cercano , con furiosa impazienza ,di liberarsi delle croste che li ricoprono interamente . Furono arsi vivi sul rogo dai Senesi , il primo Griffolino d’Arezzo , per non aver mantenuto fede alla promessa di far alzare in volo. novello Dedalo. uno sciocco ; il secondo Capocchio , per aver falsificato i metalli, da quell’eccellente imitatore della natura che fu in vita.
Professore Vincenzo Bruzzaniti