Matelda si muove lentamente lungo le rive del Letè , e Dante la segue , rimanendo sull’altra sponda. La divina foresta del paradiso terrestre è illuminata improvvisamente da un forte lampo che, invece di scomparire subito dopo, diventa sempre più luminoso, mentre si diffonde una dolce armonia melodica. Il poeta invoca ora il soccorso delle Muse , in modo particolare di Urania , per poter narrare in versi quanto i suoi occhi vedono, poichè egli si accinge a descrivere la mistica processione della Chiesa, processione nella quale ogni oggetto e ogni figura rivestono un forte valore allegorico perchè viene presentata in sintesi tutta la storia della Chiesa. Sulla sponda del fiume opposta a quella sulla quale si trova Dante , appaiono sette candelabri che si muovono lentamente , lasciandosi dietro sette lunghissime strisce luminose. Procedono sotto questi particolari stendardi ventiquattro seniori vestiti di bianco, con in capo una corona di gigli ; essi cantano un inno nel quale esaltano la grandezza della Vergine . Sono seguiti da quattro animali , coronati di fronde verdi , ciascuno con sei ali cosparse di occhi . Lo spazio libero tra i quattro animali è occupato da un carro trionfale , tirato da un grifone , il cui corpo ha l ‘aspetto di un’aquila nella testa e nelle ali , e di un leone nelle restanti membra ; le ali si innalzano verso il cielo passando tra le strisce luminose dei candelabri. Il carro ha alla sua destra tre donne che avanzano danzando : la prima appare tutta rossa, la seconda verde, la terza bianca . Alla sinistra le figure femminili danzanti sono quattro, e tutte appaiono vestite da un abito rosso . Questo gruppo è seguito da due vecchi pieni di dignità : l’aspetto di uno è quello di un medico, mentre l’altro tiene in mano una spada . Dopo di loro avanzano , in umile atteggiamento, altre quattro figure , che precedono di poco un vecchio , solo e immerso nel sonno . Questi ultimi sette personaggi tutti sono vestiti di bianco , e coronati di una ghirlanda di rose e di fiori rossi. Allorchè il carro giunge proprio di fronte a Dante , si ode un forte tuono , dopo il quale tutta la processione si ferma come se non si potesse procedere oltre.
Adombrata nel rituale di una processione sacra , al quale farà seguito uno sviluppo drammatico – la confessione di Dante , in presenza di Beatrice nei canti XXX e XXXI , e la sua investitura a profeta . Il trionfo della chiesa coincide, nello spettacolo che si svolge in questo canto davanti agli occhi del protagonista , con l’affermarsi di un ordine che i secoli hanno concorso a creare , oltre ogni apparente divergenza fra genti e genti , fra età ed età. Il lento incedere delle personificazioni che riempiono lo spazio della divina foresta , a seguito di una luce sovrannaturale che assomma in se l’intensità di un lampo e la quiete di un Plenilunio , riproporrebbe secondo alcuni critici , i ritmi solenni che caratterizzano i mosaici di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna . Il carro del grifone supera per maestosità non solo quelli usati a Roma per celebrare i grandi trionfi militari di Scipione l’Africano o di Ottaviano Augusto , ma anche lo stesso carro del sole . Quest’ultimo ricordo mitologico richiama alla mente di Dante l’episodio di Fetonte al quale il padre Apollo aveva affidato il carro del sole ; ma il giovane se ne lasciò sfuggire di mano la guida e il carro avvicinatosi troppo alla terra provocò incendi e distruzione. E’ probabile che il Poeta , attraverso questo episodio , intenda alludere alla chiesa corrotta, sulla quale si abbatterà la giustizia divina con le sue arcane decisioni.
Professore Vincenzo Bruzzaniti