Commento estetico al canto XXIII del Paradiso a cura del Professore Vincenzo Bruzzaniti

Nell’attesa della visione di Cristo , preceduto dalla schiera dei beati dell’Empireo , Beatrice guarda estasiata verso la parte più alta della volta celeste , dove il sole sembra rallentare il suo moto. Il suo viso è luminoso e gli occhi pieni di letizia , Dante vede allora brillare la figura di Cristo che si innalza sui beati redenti con il suo sacrificio , inondandoli della sua luce, ma gli occhi del poeta non riescono a sostenere lo splendore , e la mente non è in grado di ricordare : lo spirito ha travalicato i sensi , e di qui è nato l’oblio .
Beatrice ritiene ormai Dante capace di sostenere la vita del suo viso , perciò lo invita ad aprire gli occhi e a guardarla , ma Dante rimane abbagliato e sente le sue forze incapaci di descrivere la luminosità dell’amata , Beatrice allora lo esorta a rivolgere l’attenzione verso gli spiriti inondati della luce di Cristo , tra i quali ci sono la Vergine e gli Apostoli . Dante affronta la nuova visione sottoponendo a uno sforzo supremo i propri occhi , ma, per vedendo la schiera dei beati illuminata dalla luce abbagliante , non riesce a individuare la luce di Cristo .

L attenzione del poeta viene attratta allora dalla Vergine , luminosa più di tutti gli altri spiriti , sul cui capo ruota a forma di corona l’arcangelo Gabriele , che ne canta le lodi con una melodia dolcissima , accompagnata dal grido del nome di Maria innalzato dalla schiera dei beati . Circondata dalla corona angelica , la Vergine ascende al primo mobile seguendo suo Figlio , ma gli occhi di Dante , aa causa della distanza del margine interno del Cielo , si rivelano incapaci di starle dietro. Intanto la schiera dei beati indirizza la propria fiamma verso la Vergine in segno d’affetto e canta dolcemente le note del Regina Celi .
Prof Vincenzo Bruzzaniti