Negli ultimi canti del Purgatorio affluiscono più numerosi gli episodi familiari , le memorie della giovinezza avventurosa e gioconda ; rivive nella pacata dolcezza della lontananza la schiera dei dolci fantasmi , che il dolore , lo sdegno , il disinganno avevano fugati.

Qui troviamo L’episodio di Stazio , cosi drammatico e vario ; qui il colloquio affettuoso e pietoso con Forese Donati e il verecondo accenno alle follie comuni ; qui l’enigmatica allusione di Bonagiunta Orbicciani a Gentucca , la misteriosa ed evanescente figura donnesca che doveva far piacere a Dante il soggiorno Lucchese ; qui le lodi delicate e accorate alla pudica vedova di Forese , in contrasto coll’invettiva lanciata in viso alle “sfacciate donne fiorentine” ; qui infine nei colloqui con Bonagiunta , col Guinizelli , con Arnaldo Daniello, gli accenni , caldi di desiderio nostalgico , alla poesia , all’arte, alla gloria terrena.
Virgilio nel canto XXII interroga Stazio , mentre stanno salendo con Dante verso la sesta cornice . Vuole sapere il motivo per il quale un anima di grande nobiltà , come la sua , può essersi macchiata della colpa dell’avarizia . In realtà l’autore della Tebaide è rimasto più di cinquecento anni nella quinta cornice per essere caduto nel vizio contrario , in quello della prodigalità : infatti ,chiarisce Stazio, nel Purgatorio vengono puniti nello stesso luogo i due tipi opposti di peccato . La seconda spiegazione richiesta da Virgilio riguarda il modo nel quale avvenne la conversione di Stazio dal paganesimo al cristianesimo . Un passo delle Bucoliche virgiliane , che accennava al rinnovamento del mondo , coincideva con il messaggio della nuova fede che che veniva diffusa dovunque proprio in quel tempo ; questo spinse Stazio ad avvicinare i predicatori cristiani , che, con la santità della loro vita, lo convinsero ad abbandonare ogni altra posizione religiosa o filosofica per diventare cristiano attraverso il battesimo . Tuttavia, per timore delle persecuzioni , tenne sempre nascosta la sua conversione: per questo motivo dovette rimanere più di quattrocento anni nella cornice degli accidiosi . Infine è Stazio che interroga Virgilio , per sapere in quale cerchi dell’Inferno si trovano alcuni poeti latini . Virgilio risponde che Terenzio, Plauto Persio Omero Euripide e altri poeti , grammatici e storici si trovano insieme a lui nel Limbo . Il cammino dei tre viandanti continua finche essi incontrano , posto in mezzo alla strada , un albero carico di frutti odorosi , dalle cui fronde una voce ignota grida i seguenti esempi di temperanza :
il primo esempio virtuoso è quello della Vergine Maria alla nozze di Cana : Maria pensava più rendere decorose e complete le nozze , che alla sua bocca che ora prega intercedendo in nostro favore . Le antiche donne di Roma , per bere , si accontentavano di acqua, mentre il profeta Daniele ricusò il cibo e acquisto la sapienza . Secondo Valerio Massimo ( facta et dicta memorabila ) l’uso del vino era ignoto alle donne romane . Il profeta Daniele , dopo la conquista di Gerusalemme , fu inviato alle corte di Nabucodonosor , ma egli per non contaminarsi rifiutò di sedersi alla mensa reale e si astenne da determinati cibi e dal vino , accontentandosi di legumi e acqua : in premio ebbe da Dio la sapienza e la capacità di spiegare i sogni. Dante poi ricorda la mitica età dell’oro dell’umanità primitiva cantata nelle favole dei poeti (Ovidio , Virgilio) Per Dante l’antica età dell’oro non consisteva nell’abbondanza dei frutti e nella soavità dei cibi e delle bevande secondo il mito dei fiumi che scorrevano latte e degli alberi stillanti di miele , ma nella sobrietà e nella temperanza : la fame e la sete rendevano piacevoli i più semplici frutti della terra e l’acqua schietta delle fonti. l’altro esempio ricorda San Giovanni Battista che nel deserto , secondo il racconto evangelico , si cibava di cavallette e di miele selvatico . E il vangelo dice di lui: Fra i nati di donna non vi è nessuno più grande di Giovanni Battista .
Professore Vincenzo Bruzzaniti