Un canto , il XX dell’Inferno , occupato quasi per intero dal discorso di Virgilio che fra i versi 27-99 106-129 corrisponde ad oltre i due terzi della sua estensione. Il dato,  sebbene esterno, non è trascurabile. Che anzi vale a chiarirci a vista  l’orientamento del racconto nella bolgia degli indovini . Il discorso di Dante si fa qui in prevalenza memoria e trascrizione di parole udite , riducendo al minimo l’azione ed esaltando piuttosto la presenza del maestro . Dall’alto del ponte che scavalca la quarta bolgia il pellegrino scopre una schiera di dannati che procedono a passo lento , in silenzio e piangendo . Abbassando lo sguardo scopre la pena che li affligge . Essi camminano a ritroso , avanzando sui talloni e avendo il volto dalla parte del dorso , torto verso la schiena . E’ la penna di coloro che perpetrarono le magiche frode della divinazione:  auguri, maghi , fattucchiere . Virgilio lo spiegherà di li a poco , ma intanto Dante è turbato fino al pianto cosi da meritare il rimprovero della guida . Su questo terreno ___del tormento inflitto agli indovini___ il narratore si direbbe intenzionato a giocare tutte le sue carte , a giudicare almeno dall’esordio del canto:

Di nova pena mi conven far versi

e dar matera al ventesimo canto

de la prima canzon ch’è d’i sommersi–

 

Vengono mostrati a Dante alcuni tra gli indovini più antichi , da Anfiarao al quale si apri la terra sotto i piedi durante la battaglia contro Tebe , e Tiresia che trasformato in donna per aver colpito con una verga due serpi accoppiate , dovette ripetere lo stesso gesto per tornare a essere uomo.

Dietro Tiresia c’è l’astrologo Arunte di Luni è più distante l’indovina Manto , fondatrice di Mantova, la città dove nacque Virgilio. Il  poeta racconta che Manto fuggita a Tebe si rifugio’ nella zona dell’ Italia tra il lago di Garda e la Val Camonica . Qui con i sui servi pratico’ le arti magiche. Virgilio inoltre indica anche Euripilo , che con Calcante  svelo ai Greci il momento opportuno per salpare alla volta di Troia da Aulide, Michele Scoto , conoscitore dell’arte magica fraudolenta , Guido Bonatti , autore di un trattato di astrologia , e il calzolaio Asdente , noto indovino , che troppo tardi rimpiange di aver abbandonato il suo antico mestiere .

Professore Vincenzo Bruzzaniti