Il canto XVIII dell’Inferno ha una tradizione esegetica di tutto rispetto : anche a voler tacere della sezione più remota della sua bibliografia , basterebbe ricordare, tra i suoi interpreti e i suoi commentatori , un Marino Barchiesi e un Andrea Pazar , un Edoardo Sanguineti e un Lanfranco Caretti , un Giorgio Padoan e e un Ezio Raimondo ma soprattutto Giorgio Petrocchi , tutti a vario titolo hanno espresso viarie interpretazioni. Siamo nell’ottavo cerchio dell’Inferno chiamato Malebolge , dove sono puniti i fraudolenti . Le Malebolge sono dieci valli ( bolge) circolari e concentriche, unite tra loro da ponticelli di pietra , che scendono gradualmente restringendosi via via , verso un profondissimo pozzo. Nella prima bolgia sono puniti i ruffiani e i seduttori di donne . Le anime dei dannati , divise in gruppi che si muovono in direzione opposta , gremiscono la valle e , sotto i colpi dolorosi della sferza dei demoni , avanzano veloci per sottrarsi ad altre percorse . L ‘attenzione di Dante viene attratta dal bolognese Venedico Caccianemico che, incalzato , è costretto ad ammettere la sua colpa : quella di aver persuaso la sorella Ghisolabella , a soddisfare le voglie del marchese Azzo VIII d’Este. Aggiunge però che tanti altri bolognesi si trovano con lui nella bolgia a scontare la sua stessa colpa .
Mentre attraversano il ponte che sovrasta la bolgia sotto il quale camminano i dannati , Virgilio invita Dante a osservare un ‘anima che avanza con aspetto regale . si tratta di Giasone , l’eroe che nella Colchide si impadronì del Vello d’oro e inganno sia la giovinetta Isifile , sia Medea , che lo aveva aiutato nella conquista del vello . I due poeti giungono infine nella seconda bolgia dove scontano la penna gli adulatori , immersi nello sterco .Tra i dannati Dante riconosce Alessio Interminelli da Lucca , il quale ammette che la causa della sua pena furono le lusinghe , di cui la sua lingua non si mostrava mai sazia . Virgilio indica quindi a Dante la meretrice Taide .
Professore Vincenzo Bruzzaniti