Il canto XV del Purgatorio è uno di quei canti che si distendono per intero su motivi strutturali e didascalici ; canto di passaggio dalla seconda alla terza cornice. dagli invidiosi agli iracondi , e più precisamente dall’episodio di Guido del Duca e Rinieri da Calboli a quello di Marco Lombardo . Mancano tre ore al tramonto del sole e i due pellegrini procedono sempre nella seconda cornice . allorchè una luce improvvisa colpisce con particolare intensità gli occhi di Dante : appare l’angelo guardiano delle terza cornice , quella degli iracondi , il quale indica ai due poeti la scala per salire , e li accompagna con il canto di “Beati misericordes” e ” Godi tu Che Vinci” ! “. Dante , per mettere a profitto il tempo del cammino , chiede al maestro chiarimenti intorno all’uso dei due termini, divieto e consorte , fatto da Guido del Duca nel canto precedente. Ha cosi Inizio una lunga spiegazione filosofica , nella quale Virgilio dimostra che l invidia nasce dall’amore dei beni terreni , mentre coloro che ormai hanno conquistato in paradiso , quelli spirituali , sono uniti da un profondo affetto reciproco . nel quale si riflette l’infinita carità di Dante verso le sue creature Giunti nella terza cornice , appaiono in visione a Dante tre scene di mansuetudine : il ritrovamento di Gesù nel tempio mentre discute con i dottori , l’episodio che ha per protagonista il tiranno Pisistrato e la moglie , la lapidazione di Santo Stefano.
Il canto termina con un’esortazione di Virgilio al discepolo , affinchè questi dopo essersi riscosso dalle visioni , affretti il suo passo , mentre avanza sempre di più verso di loro un denso fumo , quello che avvolge le anime degli iracondi. Per quanto riguarda la comprensione del canto : Tenendo presente la divisione canonica delle ore del giorno in ora prima, terza, sesta, nona, partendo dalle sei del mattino Dante intende spiegare che la quantità del cammino percorsa dal sole fra le sei e le nove è uguale a quella che deve percorrere per tramontare : mancano cioè tre ore , e infatti nel purgatorio inizia il vespero che precede la sera ; agli antipodi cioè a Gerusalemme , sono le tre antimeridiane , e in Italia , dove il poeta immagina di scrivere , che si trova a 45 gradi di longitudine occidentale da Gerusalemme è mezzanotte . Il paragone tra la luce e il fanciullo che scherza è parso privo di risonanze liriche . La similitudine indipendentemente dalla sua interpretazione in termini astronomici , si giustifica sul piano della poesia soprattutto nella misura in cui prelude alla tematica delle manifestazioni della luce che sarà proprio del canto . Dante nel canto inoltre ricorda un episodio narrato dallo storico romano Valerio Massimo ( facta et dicta memorabilia V, 1, 2) a proposito di Pisistrato , tiranno di Atene nel VI secolo a, C . Un giovane innamorato della figlia di Pisistrato osò abbracciarla in pubblico , suscitando lo sdegno della moglie del tiranno che ne chiese la punizione . Il nome Atene fu dato alla città dopo una gara tra Nettuno e Pallade Atena , vinta dalla dea (Ovidio Metamorfosi VI, versi 70 e sgg. ); la grandezza della città , nel campo delle arti e delle scienze , da Dante ricordata nel verso 99 , è esaltata da scrittori latini e medioevali .
Professore Vincenzo Bruzzaniti.