La radice e la fronda
Il canto XV ha due centri poetici : l’incontro di Dante con il trisavolo Cacciaguida e l’invettiva contro la Firenze contemporanea al poeta , contrapposta alla Firenze sobria e pudica del passato . Il primo tema è svolto in uno sfavillare di luce , in un continuo di metafore , di dichiarazioni iperboliche .
Si tratta di un momento particolare del percorso di Dante , di una situazione che ha il carattere dell’eccezionalità , di frasi dette e fatte intuire , di realtà che continuamente si confondono e rimandano ad altro . Al di sotto dei versi si coglie una grande emozione : c’è il piacere di Dante di conoscere la propria radice , l’orgoglio di discendere da un antenato illustre , la consapevolezza del proprio valore , la forza di chi non si arrende alle circostanze ma lotta con l’unica arma di cui dispone: la poesia. E’ un momento di profonda riconciliazione con se stesso e con il mondo: ora Dante riesce a conoscere il padre da sempre desiderato e riceve l’investitura della sua missione di salvezza . Il riso di Beatrice , cosi traboccante di amore , crea un’atmosfera di ardente scambio affettivo , che sugella la conquistata pienezza interiore. Sfilano , nel ricordo di Cacciaguida , gli antenati di Dante ; solo l’accenno all’avo Alighiero , che vaga per la cornice dei superbi , introduce una nota di riflessione autobiografica : la superbia è forse un marchio di famiglia dal quale anche il poeta non è esente . E ‘ cosi che Cacciaguida lo invita paternamente a pregare per Alighiero , perchè possa accorciare il tempo dell’espiazione in Purgatorio . Il un momento di alta commozione fronda (Dante ) e radice (Cacciaguida) si incontrano nella realtà suggestiva della luce del Paradiso , in un abbraccio di Spiriti Magni che consegnano ai posteri un messaggio di eternità . Poi, d’un tratto , l ‘atmosfera allusiva e accattivante nella quale Dante e Cacciaguida si sono confusi nella comunanza di valori e del destino di salvazione , si perde nella concreta e realistica descrizione della Firenze del buon tempo antico . Cacciaguida si abbandona ai ricordi e la sua rievocazione ha il sapore caustico di un’invettiva sulla corruzione presente . La descrizione si addentra nei particolari minuti dell’abbigliamento femminile , nella denuncia dei matrimoni d’interesse. della lussuria e dell’ostentazione del denaro , in cui s’intravede un presagio di morte . Ecco gli abitanti di Firenze di un tempo: forse un pò rudi ma autentici , sinceri , buoni mariti , e buoni padri . Ecco le donne , contente di un vivere semplice e casalingo , descritte mentre assolvono al compito di madri con tenerezza e competenza : in ogni uomo c’era un Cincinnato di romana memoria , in ogni donna c’era la nobile Cornelia , famosa madre dei Gracchi. Un ambiente di pace e di armonia travolto dai “subiti guadagni” . Dante denuncia i suoi contemporanei , che hanno trasformato una cittadinanza fida , un cosi dolce ostello in una città corrotta , teatro di lotte fratricide. Egli è tra i figli espulsi da Firenze e costretti a girovagare per il mondo ; la sua ansia di giustizia può solo placarsi nell’abbandono fiducioso in Dio in cui ritrova , tra glia altri , la sua radice .
Prof . Vincenzo Bruzzaniti