Due pittori e due poeti : esempi per Oderisi , i primi ; per Dante , i secondi ; e questi esempi autorizzano una previsione , che in sostanza , si risolve in un altro esempio : l’uno e l’altro Guido , aggiunge Oderisi , saranno forse cacciati dal nido da un altro poeta , che potrebbe essere già nato : volendo , cioè , dire che non passerà molto tempo perchè i due Guidi , come vuole la legge che regola il normale sorgere e tramontare delle glorie umane, siano oscurati dallo splendore di un altro astro forse già sorto all’orizzonte della poesia . Che facendo questa ipotesi , a conferma a conferma si badi bene della legge generale da lui esposta , Oderisi abbia pensato a Dante , non credo sia possibile escludere : il miniatore era ancora vivo quando già alta si era levata la fama di Dante per alcune canzoni , sicchè spontanea e non infondata sorge nel suo pensiero la previsione della probabile prossima maggior gloria dell’amico .

Ma altro è da domandarsi se sia ammissibile che, in un canto destinato alla mortificazione della superbia , Dante abbia, con una siffatta allusione peccato di superbia. Il questi termini la questione è mal posta e perciò inutile. Il protagonista del canto è Dante : suo e il problema della vanita dell’orgoglio per l’altezza dell’ingegno , per l’eccellenza dell’arte, nella poesia. Quando scriveva questo canto, Dante aveva legittimo motivo di credere che tutta sua era la gloria della lingua , ciè della poesia in lingua volgare. Siamo nella prima cornice , dove si sconta il peccato di superbia , i penitenti recitano il Pater Noster , invocando l’aiuto di Dio per sè e per coloro che sono rimasti sulla terra. Il primo personaggio incontrato è Omberto Aldobrandeschi , appartenente ad una delle più nobili famiglie della Toscana : l’orgoglio per l’antichità della sua stirpe e la grandezza delle azioni dei suoi antenati gli fecero dimenticare che la terra è la madre comune di tutti , spingendolo a disprezzare il suo prossimo Oderisi da Gubbio , famoso miniatore del tempo ricorda che la sua fama è ora stata oscurata da un altro artista , il bolognese Franco . Oderisi enuncia una legge alla quale nessuno si può sottrarre : vana e la gloria alla quale gli uomini tendono con tutte le loro forze , perchè essa scompare subito se non è seguita da un periodo di decadenza Così Guido Cavalcanti è ora più famoso di Guido Guinizelli, ed è forse già nato chi sovrapporrà la sua alla loro voce. Un altro esempio storico della brevità del mondan romore è offerto dalla vicenda di Provenzano Salvani , un tempo signore di Siena e ora pressochè dimenticato. Il canto si chiude con il ricordo di una grande azione di umiltà compiuta da Provenzano per salavere la vita di un amico. Si racconta che a Provenzano fu concesso di entrare subito nel Purgatorio , senza sostare nell’antipurgatorio come avrebbe dovuto essendosi pentito solo alla fine della vita , grazie a un grande atto di umiltà . Un suo amico Bartolomeo Saracini secondo alcuni Mino dei Mimi secondo altri fatto prigioniero da Carlo D’Angiò nella battaglia di Tagliacozzo , doveva pagare , per avere salva la vita , una taglia di diecimila fiorini . Provenzano nel Campo di Siena cominciò a chiedere l’elemosina ai suoi concittadini . non sforzando alcuno , ma chiedendo umilmente , finche raggiunse la somma necessaria per salvare l’amico . Franco Bolognese fu un miniatore secondo il Casari fece molte opere di miniatura. Oderisi celebre miniatore veniva da Gubbio. Alcuni documenti attestano la sua presenza a Bologna intorno al 1270. Dante . per quanto possiamo ricavare da questi versi . l ‘avrebbe conosciuto e stimato profondamente quale principale esponente della miniatura bolognese , che in queto periodo subiva l’influenza di quella francese . Del resto la Francia dominava allora questo campo artistico , per cui accanto al termine italiano “miniare ” esisteva anche la forma “illuminare”, coniata sul francese (enluminer) , cha a sua volta pare derivi dal latino “alumen” , allume , un particolare materiale usato per accrescere la lucentezza dei colori adoperati dal miniatore.
Professore Vincenzo Bruzzaniti