Il canto VII è uno dei più brevi del Purgatorio : battuto nella brevità dal II e dal XXIII con i loro centotrentatrè endecasillabi , si affianca al I . al V, al XII, al XXI che ne comprendono , com’esso soltanto centotrentasei , ma certamente è un canto di piccola mole se raffrontato con il XXXII che ne porta centosessanta addirittura .
Sordello , dopo il primo momento di commozione vuole notizie precise sui due pellegrini : Virgilio risponde rivelando la propria identità al poeta mantovano , che si rivolge allora a lui chiamandolo gloria dei Latini . Dopo aver spiegato che il loro viaggio è permesso da Dio e che egli proviene dal Limbo , Virgilio chiede la strada più breve per giungere al vero Purgatorio , ma Sordello ricorda che la legge del mondo della penitenza vieta di salire il monte durante la notte . Occorrerà cercare un luogo dove attendere l’alba . I tre poeti si avviano verso la ” valletta fiorita” , dove si trovano i principi negligenti, coloro che, troppo presi dalle cure mondane , si pentirono solo alla fine della vita. Circondati da una natura splendente di fiori e di profumi , essi cantano l’inno della Save Regina . mentre Sordello , rimanendo sull’orlo della valle , indica ai due pellegrini i personaggi più noti: L’imperatore Rodolfo D’Asburgo , al quale Dante rivolge l’accusa di avere trascurato la situazione politica italiana , Ottocaro II di Boemia , Filippo III di Francia , Enrico I di Navarra , Pietro III d’Aragona con il figlio Pietro, Carlo D’Angiò , Arrigo III d’Inghilterra , Guglielmo VII di Monferrato . Sottolinea infine la degenerazione dei loro discendenti , perchè raramente la virtù si tramanda di padre in figlio , volendo Dio che tutti capiscono che essa non si riceve per eredita , ma proviene direttamente dal cielo.
Professore Vincenzo Bruzzaniti