COMMENTO ESTETICO al Canto VI dell ‘Inferno di Dante a cura del Professore Vincenzo Bruzzaniti
La fetida melma .
L’aria nauseante e grigia , che fa da sfondo al cerchio dei golosi , suggerisce monotonia e tristezza . In questa plaga battuta dalla pioggia insistente imperversa Cerbero , il mostro a tre teste , bestiale e orribile .Il cerchio è di quelli che immediatamente rendono l’odiosità della colpa che vi si espia : la golosità abbassa l’uomo al rango di bestia ;è un peccato indegno della dignità umana e Dante prende le distanze . Ciononostante, Ciacco , il personaggio di cui si parla , ha una sua dignità , in quei frammenti di vitalità che gli sono concessi per avviare il colloquio , Benchè incerta la sua identità ( Ciacco è un nome o un soprannome?), Ciacco si fa tuttavia portavoce di un attacco politico morale contro i fiorentini , che culmina nella profezia del trionfo dei Neri . Tradizionalmente i canti sesti delle tre Cantiche vengono inseriti nel filone politico della Commedia, anche se la politica attraversa tutta l’opera dantesca , come un argomento caro al poeta . Superbia , invidia avarizia : ritornano le odiose fiere che ricacciarono Dante nella selva oscura , vizi radicati nella Firenze del tempo , cause e conseguenza delle guerre tra le fazioni nella città . Ciacco li denuncia , sottolineando che i giusti sono estremamente pochi ( due afferma paradossalmente ) .
Il triste sfogo del fiorentino trova Dante concorde e cosi angosciato della situazione che, spontanea, s’affaccia in lui la richiesta di notizie sui più ragguardevoli e stimati uomini politici del passato : Farinata , il Tegghiaio . Ma indiscutibile , seppur inaspettata , è l’affermazione di Ciacco : ei son tra le anime più nere . Il poeta , sottile conoscitore dell’animo umano , queta volta ha realizzato un colpo di scena , capace di tener alto l’interesse del lettore , rianimare l’ambientazione deprimente della pioggia che batte che batte ossessiva sulla anime immerse nel fango , avviare alla conclusione un incontro inquietante . Nei versi precedenti infatti Dante ha saputo che i Bianchi prima vincitori saranno poi definitivamente sconfitti dai Neri , con l’appoggio del Papa Bonifacio VIII. La situazione minacciosa impone al poeta un ritorno nostalgico all’eroico passato della città ma la risposta di Ciacco gli ripropone con urgenza il problema fondamentale sul quale deve concentrarsi : la salvezza dell’anima sua e dell’umanità intera. La politica cara al cuore del poeta , va comunque inserita in una dimensione di precarietà ed egli verifica con certezza che l amor di patria e la dignità non bastano a salvare l’uomo . L’appassionato politico si fa di nuovo pellegrino , nella consapevolezza via via più acuta , che il problema maggiore per l’uomo è quello di dare un senso certo alla sua esistenza . pur nella fragilità di una condizione sempre provvisoria.
Dante ha compiuto un altro grande passo avanti verso la conquista di se e Ciacco può riprendere la sua tragica posizione di anima immersa nel fango maleodorante . Mentre i suoi occhi biechi lanciano un ultimo sguardo alla vita , Dante apprende da Virgilio che il dannato non si sveglierà più fino al giorno del Giudizio universale .
Professore Vincenzo Bruzzaniti