Il discorso politico ,uno dei temi chiave della Commedia , trova, nel canto VI del Paradiso , il suo suggello dalla viva voce dell’imperatore Giustiniano. La storia dell’aquila , simbolo del potere politico dell’imperatore , sorge da molto lontano , dall’epoca della guerra di Troia .
Pochi scamparono alla distruzione della città , e tra questi Enea , il nipote di Priamo , che portò i Penati troiani nel Lazio e fondo la stirpe dei Romani. L’edificazione dell’impero costò sangue e sofferenze . Per essa morirono Pallante , la vergine Camilla, Eurialo e Niso : nei versi danteschi sfilano tutti gli eroi dell’antico passato , quelli della monarchia , della repubblica e dell’impero , sino agli episodi salienti dell’escatologia cristiana : la nascita di Gesù e la sua condanna a morte . Eventi decisivi per l’umanità , le cui sorti , da qui in avanti , risultano segnate dall’incontro fra cristianesimo e impero . Toccherà a quest’ultimo farsi , con Costantino , promotore ufficiale della fede cristiana .
La giustizia sulla terra si realizza tuttavia anche con le leggi , e il grandioso lavoro di sistemazione del patrimonio giuridico del passato , attuato da Giustiniano col Corpus iuris civilis, che si erge a monumento dell’umanità . Quando si afferma che la legge non può essere dell’una o dell’altra fazione e non può servire interessi di parte perchè e patrimonio di tutti , si esprime un concetto di uguaglianza umana attuale in ogni tempo , benchè spesso disatteso .
Ma proprio l’alto senso di giustizia che trasvola per tutto il canto sulla ali dell’aquila induce a riflettere su un ‘ingiustizia che segno la memoria dell’uomo medievale . Romeo da Villanova , uomo onesto e probo , per l ‘invidia dei cortigiani fu costretto a elemosinare il pane ” pezzo per pezzo” come un qualsiasi mendico . Dietro Romeo , come è facile intuire , c’è l’ombra dolente di Dante . Anch’egli saprà come sa si sale lo pane altrui( cfr. Paradiso , VII,vv.58-59) perchè la meretrice(cfr. Inferno , XIII, v 64) , cioè l’invidia che popola il mondo , ha colpito ancora una volta : ma quanta dignità nel pellegrino che umilmente tende la mano ! Romeo e Dante conservano lo sguardo limpido e forte delle schiere dei poveri che , innocenti , in ogni tempo vanno mendicando per sopravvivere . Eppure anche per loro risuona alta l’affermazione di Giustiniano : la legge e il diritto sono cose sacre e appartengono a tutti .