Commento estetico al canto V dell’Inferno di Dante meglio conosciuto come il canto di Paolo e Francesca a cura del Professore Vincenzo Bruzzaniti .
La dilagante passione d’amore –
Una violenta bufera di vento travolge le anime e Dante , che ha appena incontrato Minosse, il mostruoso giudice infernale ,viene immerso nel mezzo della tragedia dell’Inferno. Il buio e le urla non danno scampo come non lo da all’uomo il piacere dei sensi, quando domina incontrastato ad di la di ogni ragionevole richiamo. Dante chiarisce subito la sua posizione : in questo cerchio si trovano i lussuriosi, cioè color che la ragione sommettono al talento. Ma questo talento esercita un malioso fascino sul poeta, che pure è consapevole che esso conduce alla perdizione. Di fronte al trascorrere della schiera dei peccatori , dove intravede personaggi mitici, Dante sente una profonda pietà . Anch’egli forse ha conosciuto il talento , la passione carnale, comunque ha subito la seduzione di quegli appetiti terreni che danno piacere all’esistenza ma che la perdono irrimediabilmente quando diventano incontrollabili: cosi Didone si suicida disperata dopo l’abbandono di Enea , Cleopatra si lascia avvelenare dall’aspide e muore prima di essere catturata dai Romani , Tristano viene ucciso dal marito tradito della sua Isotta tragicamente amata .
Dante coglie dell’amore tutta l’energia misteriosa , il tremendo potenziale capace di trasformare l’uomo in un essere felice e appagato o di annientarlo completamente . Eros , nel mito classico era il dio temuto dallo stesso Giove ; le sue frecce infatti producevano una ferita insanabile : bene lo seppe la giovane Medea che, in questo modo, si innamorò perdutamente di Giasone .L’amore non da tregua, non conosce pause , impone il suo dominio .Possessivo e travolgente , come una bufera investe l’esistenza e l’esito di questo turbinio e del tutto incerto. ” Noi leggiavamo un giorno per diletto/ di Lancillotto come amor lo strinse, / soli eravamo e senza alcun sospetto “: cosi narra Francesca , l’infelice dannata con cui Dante viene a colloquio , lei che, poco dopo, rivela come l’amore che l’ha travolta insieme con Paolo sia nato proprio da quel momento di inquietante piacevolezza . Eros ha avuto il sopravvento e ha annebbiato ogni ragione . Dove sono finiti i sacri patti delle nozze, dove il divieto, consolidato nel tempo , di un amore che sorge fra le stesse pareti domestiche?
L’amore non conosce regole ne convenzioni ma solo l’intensità misteriosa che attrae due vite, Dante riflette sull’amore e si domanda come possa essere potenzialmente distruttiva una forza cosi intrinseca alla natura umana , tanto che l’uomo che non ama non solo è infelice ma anche turbato nel suo equilibrio emotivo. Il poeta scopre che l’amore-passione del lussuriosi è solo un aspetto dell’amore , il più immediato e istintivo , ma anche il più fragile , perchè non sottoposto al controllo della ragione , L’amore come trasgressione affascina Dante che tuttavia è in grado di riconoscere i limiti etici . Cosi il suo svenimento finale nasce dalle contrastata tristezza per il dramma di una colpa tutta umana, che, nella sua assolutezza negativa , ha escluso Paolo e Francesca da ogni possibilità di riscatto sovraterreno.
L’infelice amore di Paolo e Francesca ha ispirato più di un artista: ne è un’eco una delle Novelle per un anno di Luigi Pirandello, intitolata Il Viaggio, che narra la vicenda di due cognati , inconsapevolmente attratti l’uno dall’altra . Dopo la morte del marito della donna e la scoperta che ella stessa è condannata a morire per un male incurabile , essi partono alla ricerca di cure mediche . In viaggio scoprono il loro amore e, benchè nessun vincolo oggettivo sembri impedirne la realizzazione , questo amore è considerato dalla donna sacrilego, come lo è quello di Francesca . Cosi forte è il senso di colpa che la protagonista sceglie alla fine la morte . La punizione che ancora in Dante è esterna e corrisponde a una colpa oggettiva, in Pirandello nasce dall’inconscio dell’uomo, dai suoi sensi di colpa , dalla sua incapacità di accettare i propri sentimenti .
Per Il Foscolo in Francesca da Rimini la colpa è purificata dall’ardore della passione mentre per il Critico Francesco de Sanctis Francesca è la prima donna viva apparsa sull’orizzonte poetico dei tempi moderni.
Ritornando al canto dobbiamo segnalare che i versi dall’1 al 72 vanno considerati come una introduzione scenografica e decorativa messa a fuoco dal dibattito ( amore e perdizione , fragilità umana e pietà ) Il poeta intona il tema della pietà come in un crescendo con gli “stornei” e i “gru” che musicalmente preannunciano le due anime affannate con la similitudine delle colombe ( similitudine che ricorda Virgilio in Eneide libro V (vv 190 -192)
Professore Vincenzo Bruzzaniti