R. e P.
Il canto procede dalla concitata narrazione di Jacopo del Cassero e Buonconte da Montefeltro , alla chiusa finale rappresentata dalla pacata e soave apparizione di Pia dei Tolomei . Tre sono le anime che parlano con Dante , due guerrieri e una nobildonna senese : tutti morti di morte violenta e pentitisi all’ultimo minuto , dimorano ancora nell’Antipurgatorio, aggrappati alla vita che hanno perduto , ma già volti verso un cammino di salvezza . Jacopo del Cassero narra la sua fine insistendo sul tradimento di chi considerava amico e soffermandosi a descrivere il suo corpo impiantato nel fango . Buonconte da Montefeltro racconta poi perchè il suo corpo non sia mai stato trovato dopo la battaglia di Campaldino , La suggestiva storia si lega immancabilmente a quella del padre , Guido da Montefeltro , nel canto XXVII dell’Inferno . Per Buonconte , tuttavia, la situazione e capovolta e, poichè è morto col nome di Maria sulle labbra , ponendo le braccia in croce in segno di piena confidenza in Dio , è l’angelo a vincere sul diavolo e a portare l’anima in Paradiso .Ancora una volta Dante coglie l’occasione per mettere a confronto le ragioni della salvazione eterna con quelle della salvazione – Se è vero che il diavolo è loico ( vedi Inferno XXVII, v.123 ) , Dio però ha si gran braccia da riuscire a contenere chiunque s’affidi a lui. E’ Su questo terreno che si apre lo scontro tra il bene e il male , e la fissa logicità delle forze demoniache presenta analogie con la rigidità dei comportamenti umani che offuscano l’infinita logica divina : cosi è accaduto che il pastor di Cosenza ( Bartolomeo Pignatelli) disseppellisse . il corpo di Manfredi , incapace di leggere in Dio la sua infinita dimensione d’amore.
Entrambi gli episodi del canto V narrano tuttavia della violenza degli uomini e degli agenti atmosferici e su di essi si distende rossa la macchia di sangue sgorgata dai corpi trafitti dei tue protagonisti . Ancor più contrastante appare pertanto l’immagine diafana di Pia dei Tolomei . Evanescente , ombra nel regno delle ombre . Poi leva la sua voce flebile per chiedere a Dante di essere ricordata con una preghiera che possa abbreviare il tempo dell’espiazione . La tenerezza di Pia si fissa nella memoria con la sua materna sollecitudine e richiama il Miserere dolce e ansioso dell’inizio del canto , in cui le anime riversano tutta la sincera consapevolezza della loro colpa ma anche la riconoscenza per un perdono gratuito e gioioso , frutto della grande bontà divina .
Nella parole di queste anime non c’è odio ne disprezzo e non ci potrebbe essere in chi ha letto in Dio il volto della misericordia . Pia , ad esempio di suo marito che la uccise , ricorda solo il momento in cui egli l’ha sposata con la sua gemma : rimossa l’immagine dell’assassino , resta soltanto quella dello sposo nel giorno delle nozze . Nei versi 135-136 Dante allude a una sola cerimonia : la promessa di prendere in moglie e la consegna dell’anello , mentre le nozze vere e proprie erano celebrate più tardi in casa dello sposo . Parla pia , una senese appartenente forse alla famiglia dei Tolomei . Sposò Nello dei Pannocchieschi , signore del castello della Pietra in Maremma . Secondo alcuni antichi commentatori sarebbe stata uccisa dal marito che voleva sposarsi con Margherita Aldobrandeschi , secondo altri sarebbe stata uccisa per sospetto di Infedeltà .
Professore Vincenzo Bruzzaniti