Commento estetico al canto V del Paradiso di Dante a cura del Prof. Vincenzo Bruzzaniti-
La dottrina della Chiesa in materia di voti.
Dopo aver spiegato a Dante che il fulgore della propria bellezza proviene dalla perfetta visione che ha di Dio, Beatrice si accinge a sciogliere il dubbio se si possa compensare un voto mancato con un ‘altra opera di bene. Partendo dall’ assunto che il bene più grande che Dio abbia donato all’uomo è il libero arbitrio e che pronunciare un voto significa privarsi , seppure volontariamente , di questo bene , , Beatrice afferma che che non c’è nulla che possa compensare l’inosservanza di un voto .
Tuttavia la Chiesa ha , in merito, potere d’intervento in quanto, distinguendo tra essenza e oggetto del voto , la prima immodificabile , può, a precise condizioni cambiare il secondo . Beatrice esorta comunque gli uomini a mantenere i voti , ma li ammonisce a pronunciarli con ponderazione ricordando gli esempi di Iefte e di Agamennone i quali, per adempiere al voto pronunciato, si macchiarono di empietà . Quindi Beatrice guarda dove il cielo è più fulgido di luce e Dante, nonostante sia desideroso di porre nuove domande , rimane in silenzio accanto a lei.. Con la velocità della saetta che raggiunge il bersaglio , i due giungono nello splendido Cielo di Mercurio ; subito si accalcano attorno a loro numerosissimi spiriti che indicano in Dante colui che accrescerà il loro amore di carità , Uno di questi invita il poeta a parlare, ed egli, ottenuto il consenso di Beatrice , gli chiede chi sia e perchè sia stato destinato al Cielo di Mercurio . Splendente di luce , aumentata per l ‘accresciuta letizia, lo spirito si appresta a parlare.
Prof. Vincenzo Bruzzaniti-