Più di tre ore sono trascorse dall’apparizione dell’angelo nocchiero quando Dante e Virgilio in seguito all’indicazione delle anime degli scomunicati , iniziano la salita lungo uno stretto sentiero , la cui ripidità è tale che solo il grande desiderio di purificazione può aiutare a percorrerlo . Durante l’ascesa Dante può rendersi conto, meglio che non quando si trovava ancora lungo la spiaggia, dell’altezza e dell’asperità del monte del purgatorio: ha un momento di scoraggiamento , dal quale il maestro lo scuote esortandolo a raggiungere un ripiano sul quale potranno riposare. Qui giunti , Virgilio spiega al discepolo perche i raggi del sole nel purgatorio provengono da sinistra, mentre nell’emisfero artico chi guarda il sole salire nel cielo alla sua destra. Ma Dante teme l’altezza del monte e Virgilio lo rassicura: l’ascesa è difficile solo all’inizio , quando si è ancora sotto il peso del peccato , poi si presenterà man mano sempre più facile ed agevole . Non appena il poeta latino termina di parlare , si leva improvvisamente una voce verso la quale i due pellegrini si dirigono , finche si trovano davanti a una grande roccia alla cui ombra giacciono le anime dei negligenti , che, per pigrizia, si pentirono alla fine della vita e che , per questo, devono restare nell’antipurgatorio tanto tempo quanto vissero.
Chi ha parlato è il fiorentino Belacqua , che Dante conobbe e con il quale il Poeta stabilisce un affettuoso colloquio finche Virgilio gli ingiunge di proseguire il cammino. Belacqua come afferma l’Anonimo Fiorentino ” fu uno cittadino di Firenze , artefice e facea cotai colli di liuti e di chitarre , e era il più pigro uomo che fosse mai . E si dice di lui ch’egli venia la mattina a bottega e ponevasi a sedere , e mai non si levava se non quando egli voleva ire a desinare o a dormire .La derisione di Belacqua sottolinea, ironizzandola , l’eccessiva attenzione di Dante alla spiegazione astronomica di Virgilio e contrappone , a quell’impegno di conoscenza , la propria indolente saggezza, che supera quelle questioni perchè non se le pone , quasi sentisse la sua pigrizia come una fatalità Alcuni tuttavia intendono l’ironia di Belacqua rivolta non all’attenzione di Dante ma alla lentezza della sua capacità di intendere una spiegazione cosi semplice . Gli atti pigri …e le parole corte muoveranno il riso di Dante . La prima volta ch’è rida- nota il Tommaseo – l’altra sarà alle parole di Stazio : l’uno sorriso di sdegno, ma amico,, l’altro d’affetto, ma riverente ; le due ale di Dante .
Professore Vincenzo Bruzzaniti