Commento estetico al canto III del Paradiso di Dante a cura del Professore Vincenzo Bruzzaniti
Sotto un cielo lunare
Sotto la tenue luminosità di un cielo lunare, si delinea un gruppo di anime : ombre evanescenti di cosi esile entità da sembrare immagini riflesse . E’ naturale che si presentano in tal modo dal momento che, seppure siano fra gli spiriti eletti, il loro grado di beatitudine è minore: infatti non ebbero in vita l’eroismo della fermezza e subirono la violenza altrui senza riuscire a contrastarla : fu così per Piccarda Donati e per Costanza d’Altavilla , la madre di Federico II. Piccarda compare sulla scena quasi figura emergente da un mondo di sogni , ricordo sepolto nella memoria . L’incontro suscita in Dante l’affollarsi di reminiscenze terrene , di sensazioni , di ricordi piacevoli e grati e, nello stesso tempo , di una amaro vissuto. Piccarda è bella e dal fratello Forese Donati (Purgatorio XXIV,vv,13-15), si sa già che è buona. Ma Piccarda è anche una giovane donna che Dante conobbe e stimò in vita , cui fu legato da affetto e amicizia e della quale visse indirettamente l’angoscia dei soprusi e delle violenze che subì dal fratello Corso . Dante ritrova ancora il fascino pudico e discreto di Piccarda che, spinta dalla carità che anima tutti i beati del Paradiso, spiega al suo amico di gioventù, ora protagonista di un viaggio escatologico , uno dei problemi teologici che lo turbano. Anche Piccarda partecipa attivamente al percorso di salvezza di Dante , il quale chiede come sia possibile conciliare la beatitudine , cioè la piena felicità dello spirito , con un diverso grado di vicinanza a Dio . Qui, infatti, nel Cielo della Luna , la luce divina sembra arrivare più rarefatta dilatata nel tempo e nello spazio di una dimensione interiore meno perfetta . Ma nel Paradiso non c’è se non pienezza e totale consonanza al volere di Dio ; per queste anime la luminosità tenue della Luna è il massimo a cui possono aspirare ; e in questa consapevolezza consiste la loro felicità .
Il canto è poeticamente strutturato sulla tonalità perlacee dei riflessi lunari in cui le immagini dei beati s’affacciano e si perdono in un gioco di dissolvenze . Il primo piano del poeta è per Piccarda Donati : figura narrante il suo violento rapimento dal convento delle Clarisse , flebile voce che si perde nel canto dell’Ave Maria . Sulle distinte note della preghiera si disperde un episodio di violenza che rimanda a una ‘altra storia di soprusi che ha visto protagonista Costanza d’Altavilla . Ma col canto svaniscono anche le anime del Cielo della Luna , lasciando spazio alla nuova giuda di Dante , alla sua Beatrice , che riporta sulla scena della Commedia la luminosità solare dei sui occhi beati.
Vincenzo Bruzzaniti