Usciti Dante e Virgilio dal buio dell’Inferno a riveder le stelle, nell’isoletta del Purgatorio s’apre al loro occhio il “dolce color d’oriental zaffiro” , con l’astro di Venere e le quattro stelle ” non viste mai fuor ch’a la prima gente” . E l’ora antelucana, l’ora mattutina , ma quel colore della pietra di zaffiro è fatto più intenso del contrasto con la tenebra donde i poeti sono usciti. Poi una nuova e diversa attenzione dantesca alla luce , l’alba di lontano gli fa conoscere il tremolar della marina : un colore che tematicamente risponde all’oriental zaffiro del cielo. L’apparizione dell’angelo nocchiero è un momento di serena certezza in un contesto di situazioni estranee all’esperienza umana . Dopo tanti demoni infernali , l’incontro con l’angelo acquista una dimensione rassicurante che si profila via via all’orizzonte di Dante ancora turbato dall’angoscia precedente . Ormai la rugiada ha lavato il volto del poeta-pellegrino , che è pronto ad affrontare le nuove difficoltà con la coscienza di essere scampato a un tragico pericolo . La situazione di incertezza caratterizzata anche le anime che giungono dalla foce del Tevere a bordo della navicella , unite pero nella consapevolezza di essere uscite da una condizione di schiavitù : cantano infatti insieme In exito isràel de Aegypto , il salmo degli Ebrei fuggiti dalla prigionia d’Egitto , lo stesso che veniva cantato in chiesa durante le cerimonie funebri .
L’anima libera dal peccato scioglie il suo canto a Dio e la coralità ravviva il senso di comunione e compartecipazione che caratterizza le anime del Purgatorio. Il passato , tuttavia, incombe forte e drammatico ; sono ancora vive nel pellegrino le immagini sconvolgenti di un mondo stravolto , le strida e gli altri guai, il frastuono di un’atmosfera cupa e sinistra. la caligine tolta dal volto è ancora presente nell’animo di Dante . Il poeta avverte le necessita di una pausa , di un momento di pace cui si possa abbandonare lo spirito esausto . Affiorano alla memoria le immagini positive di una realtà trascorsa, i momenti di gioia , i sogni accarezzati e mai perduti . Ecco una vecchia canzone d’amore , ricca di ricordi e sensazioni : l’anima rapita si tuffa nella memoria , si abbandona al ricordo a ciò che di piacevole ha vissuto, si rifugia nell’alvo protettivo degli affetti . Trova cosi la forza di affrontare con rinnovato vigore , la nuova realtà . La regressione si realizza sulle note dolci e amiche di Casella , che intona Amor che nella mente mi ragiona , la seconda canzone del Convivio . Per Dante e per queste anime è come ritrovare una parte di se , recuperare il passato a farsi cullare in questo rapimento dalla dolcezza del ricordo . tutti si lasciano trascinare dalle note di Casella, dimenticando d’ire a farsi belle. Aspro giunge il rimprovero di Catone , di colui che ha fatto dell’intransigenza un si sistema di vita , L’intermezzo musicale , tutto mondano , che ha spezzato il salmo iniziale e interrotto momentaneamente il percorso di espiazione , è stato tuttavia un incentivo per Dante , che sta acquistando la forza per scalare la montagna del Purgatorio . L’intreccio tra musica sacra e musica profana crea un contrasto che si compone nella nuova realtà purgatoriale, in cui cielo e terra convivono nella dimensione del naufrago scampato a un pericolo mortale.
Dopo il rimprovero di Catone le anime e i due pellegrini si dirigono correndo verso il monte come colombi spaventati da un rumore improvviso . L’episodio di Casella , attraverso il motivo della solenne glorificazione dell’arte costituisce un brano di autobiografia dantesca , nel quale il poeta evoca nostalgicamente i miti culturali della lontana giovinezza in una Firenze tanto politicamente vischiosa vischiosa , quanto culturalmente aperta e luminosa . E questo un momento in cui chiara si avverte la dialettica fra Dante poeta e Dante personaggio , fra l’io poetico e l’io empirico . Occorre perciò correre al monte a spogliare lo scoglio . Bisogna conservarsi come gente che pensa a suo cammino e non sostare, adagiandosi nella contemplazione della realtà terrestre e nella meditazione dei valori umani.
PROFESSORE Vincenzo Bruzzaniti –