Una lieve metafora , la propositio e la invocatio , le nozioni bibliche , le reminiscenze classiche e le preoccupazioni dottrinali segnano, come per la prima cantica , l’esordio del secondo regno , quasi a raccogliere nel proemio , che per Dante su indicazione aristotelica in che opere di poesia si chiama prologo , tutti i motivi del grande preludio lirico della cantica . S’addensano , dunque, nell’introduzione al Purgatorio i temi dottrinali e poetici della cantica e tumultuano nei primi dodici versi della prefazione caratterizzandone il tono e il contenuto . L’immagine della nave , topos assai diffuso nella letteratura classica e medievale , non solo ci immette nella circolazione retorica più raffinata ma consente al poeta un agile attacco di richiamo alla cantica precedente (“mar si crudele”) e una felice incastonatura di tasselli virgiliani ( ” currimus aequor “) , Aen. , III, 191 ; ” vela traham e pelagoque volans da vela patenti ” , Georg. , IV 117 ” saeva …aequora ” , Aen . , IV , 523. che di colpo alzano il tono e slargano la vista . L’avvio della protasi, secondo le buone regole della retorica , comprende la disposizione che dichiara l’argomento e che qui innova la cosmografia oltremondana – L’inizio del Canto possiede la gioiosa energia della rinascita .Il lettore è indotto a trarre un respiro di sollievo : dopo tanta angoscia l’animo si apre a nuove realtà più rasserenanti .
La natura , in armonia con questa rinnovata speranza, si tinge di colori pastello e l’uscita dall’incubo dell’Inferno diviene una riappacificazione con se stessi e con il mondo. Quanto doveva essere bello il mondo prima del peccato originale ! Le stelle luminose che gli uomini non riescono più a vedere hanno l’intensità di una luce primordiale e fanno ritrovare all’uomo virtù ormai scomparse , cioè la prudenza , la giustizia , la fortezza e la temperanza . Le quattro virtù cardinali furono un tempo in dote all’umanità , quand’essa viveva nella grazia . Catone Uticense fu uomo di quel mondo , nel senso che ritrovò in se ciò che allora, nell’Eden , era naturalezza e spontaneità di agire e di pensare . Lo recuperò in un momento fatidico per la repubblica romana e tragico per se stesso. Per Dante , Catone è il simbolo di una liberta ritrovata , di una conquista interiore che si realizza però paradossalmente , col suicidio . Dante che ha condannato il suicidio secondo l’ortodossia cristiana sembra a questo punto dimenticarsene e fa l’esaltazione di Catone . A ben vedere, Dante riprende l’immagine di Catone che gli è pervenuta dagli Auctores , Cicerone e Seneca , i quali esaltarono la figura di questo fiero repubblicano che preferì morire con la sua repubblica piuttosto che sopravviverle . Al poeta ciò sembra il massimo della liberta interiore, se per liberta si intende la consapevole affermazione , alta sovrana , della dignità dello spirito umano . Cosi Dante pone Catone a guardia del regno della libertà , la dove lo spirito impara a ritrovare la sua intima natura, quell’Eden travolto dalla colpa ,attraverso la scelta del bene . Questo fece Catone , anche se utilizzo un gesto estremo , il suicidio, che il cristiano condanna . Ma Catone non aveva conosciuto Cristo , non sapeva di un uomo giusto che ingiustamente aveva patito l’agonia e la l’angoscia della morte , recuperando a se stessa l umanità col suo sangue . Gesù Cristo , quando discese agli inferi , prese l’anima di Catone e la pose a guardia del Purgatorio : aveva trovato in lui , nel pagano dignitoso e irreprensibile , quei tratti di estrema libertà che connotano l’uomo quando nega il male nelle sue diverse forme .
Amai Marzia , ma ora tra me e lei corre il solco invalicabile dell’abisso infernale afferma Catone , Anche l’amore soggiace alla regola della liberta nel cui regno trova la massina esplicazione . Dante comincia ora a decifrare il senso del suo viaggio : anch’egli ha scoperto che l’uomo può e deve conoscere il male per guardarlo con l’occhio disincantato di chi acquisisce l’autonomia interiore . Le lacrime di Dante sanciscono la fine di un incubo e l’aprirsi della sua anima a nuove esperienze interiori , mente la sua vita, cinta dal semplice giunco , suggerisce che libertà e semplicità concorrono in egual misura alla consapevolezza del proprio io .
Professore Vincenzo Bruzzaniti