R. e P.
“Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”! E’ l’invito che Gesù ci fa in questa domenica. Cosa dobbiamo imparare dal Signore? Uno stile di vita: quello dell’UMILTA’ e della MITEZZA.
L’umiltà è una bella virtù, ci piace vederla negli altri, ma difficilmente la mettiamo in pratica in noi stessi. Umiltà non è il contrario di intelligenza, ma di superbia. Il vangelo non condanna la scienza o la sapienza ma l’ORGOGLIO, quell’orgoglio che guasta anche le cose più belle.
Oggi umiltà e mitezza sono quasi sparite. Siamo bombardati da modelli di vita che fondano il loro valore sulla FORZA, la potenza, la superbia, l’impazienza e la durezza. Il mito del più forte è dominante! Si è venuta a creare così una società di vincitori e di vinti. La radice di questo male è da ricercare nella mancanza di umiltà e di mitezza.
Una persona potrebbe dedicare tutta la sua vita allo studio dell’esistenza di Dio, ma se è orgogliosa, finirà per dire che Dio non c’è. Dio infatti resiste ai superbi e si rivela agli UMILI. Per conoscere Dio bisogna piegare le ginocchia: senza un atteggiamento interiore di umiltà, anche INTELLETTUALE, Dio non concede la luce per conoscerlo. I Farisei studiavano molto le Scritture, eppure, nonostante tutte le loro analisi, non hanno riconosciuto Gesù. Al contrario le persone incolte, che spesso non sapevano né leggere né scrivere, lo hanno riconosciuto e seguito.
Il regno dei cieli non si conquista con la sapienza e l’intelligenza umane, ma si accoglie come una rivelazione, un dono dall’alto. Il mistero di Dio non si abbraccia con la pura intelligenza, con la sola speculazione intellettuale. Per questo occorre essere PICCOLI, come fanciulli, senza pretese.
L’umiltà del cuore è la virtù indispensabile e fondamentale per costruire un rapporto sincero, amorevole, gioioso con Dio!
Impariamo la virtù dell’UMILTA’!
d. Enzo Ruggiero