COMMENTO AL VANGELO XXXIII DOMENICA PER ANNUM (B) (Mc. 13,24-32)

L’anno liturgico volge al termine e la liturgia ci porta a riflettere sulle realtà ULTIME della vita, su quello che ci aspetta al termine della nostra esistenza e alla fine dei tempi. Cosa sarà di noi? Ci sarà una fine del mondo? Cosa ci sarà dopo questa vita? Il nulla? Qual è il futuro che ci attende? Il buio o la luce?

Questo mondo finirà e le realtà terrene, che oggi sono per molti l’unica cosa che conta, sono destinate a PERIRE. Il denaro, il potere, il possesso dei beni non possono garantire alcuna stabilità e, comunque, li dobbiamo lasciare al termine della nostra vita.

Tutta la storia umana, ogni vita umana, è nelle mani di Dio. Non possiamo pensare che Dio abbia creato il mondo con amore e poi lo distrugga senza pietà. Dunque non UNA FINE del mondo, una catastrofe cosmica, ma UN FINE verso cui tende la storia. La storia umana non è un camminare nel buio verso l’abisso o verso il caos, ma verso un traguardo, un approdo, una META. La fine dell’avventura umana è l’INCONTRO con Colui che è l’Alfa e l’Omega, il principio e il compimento di ogni cosa. Sarà come una RESA DEI CONTI;: un incontro in cui la storia e l’umanità di tutti i tempi saranno valutate, tutte le azioni saranno giudicate, il male sarà condannato e il bene premiato.

Nell’attesa di questo incontro il cristiano non deve stare inerte, ma deve essere vigile, attento, operoso. Il ricordo delle realtà ultime è per noi un continuo appello alla CONVERSIONE.

Cosa sarà di noi dopo questa vita? Cosa c’è dopo la morte? Il NULLA? No, per noi cristiani, c’è un’unica realtà: c’è DIO! Gesù ce l’ha detto e ci fidiamo di Lui. Questa è la nostra fede e la nostra speranza.

DON Enzo Ruggiero