COMMENTO AL VANGELO XXIX DOMENICA PER ANNUM (B)

(Mc. 10, 30-45)

Gesù è in cammino verso Gerusalemme e continua ad annunciare che sta andando incontro alla morte. Ma gli apostoli Giacomo e Giovanni si presentano a Gesù con una richiesta sfacciata, che svela nuovamente la totale incomprensione e la distanza tra i discepoli e il Maestro: sono alla richiesta di un posto d’onore, di potere, di comando. Davvero non hanno capito NULLA.

Gesù li educa facendo loro comprendere che non è sbagliata la richiesta di voler “diventare grandi”: devono però capovolgere la mentalità del mondo. Devono essere “grandi” nel servizio, non nella prepotenza mondana. Chi vuol essere il “primo” deve farsi SERVO di tutti. Come il Figlio dell’Uomo, che è venuto “per servire”, fino a dare la propria vita.

Finché Gesù aveva il sostegno delle folle gli apostoli lo hanno seguito e difeso. Ma quando lo hanno visto umiliato, imprigionato, e senza via di scampo, allora lo hanno abbandonato. Così va il mondo. Conta il consenso, il denaro, il potere. Finché ne disponi a piene mani non ti mancheranno gli amici. Quando rimarrai povero, umiliato e disprezzato, tutti ti lasceranno. Ma è allora che scoprirai la VICINANZA di Dio.

L’istinto del potere è ben radicato nel cuore degli uomini. NESSUNO è immune da queste tentazioni. Tutti ne subiamo il fascino. Non dovremmo tutti chiederci quanto spesso usiamo in modo egoistico e arrogante quella fetta di potere che ci siamo ritagliati in casa, in Chiesa, al lavoro? Gesù ci dice: “Tra voi non sia così”.

Del resto a che serve l’applauso della gente se manca l’approvazione di Dio? E se hai il gradimento di Dio, perché dovresti preoccuparti delle critiche degli uomini?

Gesù non ha cercato l’approvazione del MONDO: Egli ha detto tutte quelle verità scomode e impopolari che l’hanno portato alla croce.

Il potere di cui parla il vangelo è il potere dell’AMORE. Gesù lo spiega non solo con le parole, ma con la stessa vita. Gesù non ci assicura i primi posti in questo mondo, ma l’onore di seguirlo sulla via del servizio e del dono.

D. Enzo Ruggiero