COMMENTO AL VANGELO XXIX DOMENICA ORDINARIA (A)
La TRAPPOLA tesa a Gesù è geniale: Dobbiamo pagare le tasse o no? Se Gesù risponde sì di fatto avalla l’occupazione Romana, se invece invita a non pagarle si schiera con gli estremisti di tutti i tempi. Ipocriti, dice il Maestro, e facendosi dare una di quelle monete che i farisei si rifiutano di restituire a Cesare, ma che riempiono le loro tasche, dà una risposta inattesa e disarmante che ha lasciato un segno profondo nella storia: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Non più: o Cesare o Dio, ma l’uno e l’altro, ognuno nel suo piano.
E’ l’inizio della SEPARAZIONE tra religione e politica, fino ad allora inscindibili presso tutti i popoli e i regimi. Cesare e Dio non sono però sullo stesso piano, perché anche Cesare dipende da Dio e deve rendere conto a Lui. E’ Dio il SOVRANO ultimo di tutti, Cesare compreso.
I cittadini devono osservare le leggi dello STATO, sempre che siano GIUSTE e non contrarie ai princìpi morali naturali e al bene comune. Lo Stato non può esigere ciò che è dovuto solo a Dio e il cristiano deve mantenere e difendere la sua libertà di ONORARE DIO al di sopra di tutto. Senza il regno di Dio quello di Cesare diventa un ASSOLUTO e quando Cesare diventa un assoluto siamo al totalitarismo e all’arbitrio. Spesso nella storia Cesare ha preteso di prendere il posto di Dio. Ed è stata una catastrofe. Il potere civile è uno STRUMENTO, non un fine.
La collaborazione dei cristiani alla costruzione di una società giusta e pacifica non si esaurisce nel pagare le TASSE; deve estendersi alla promozione dei VALORI COMUNI, quali la famiglia, la difesa della vita, la solidarietà con i più poveri, la pace. Contribuendo anche a riportare nei rapporti tra le varie forze politiche un clima di maggiore rispetto, compostezza e dignità. E’ indegno per un cristiano abbandonarsi a insulti, sarcasmo, scendere a rissa con gli avversari.
Che il Signore ci conceda di ARMONIZZARE fede e politica affinché costruiamo la città terrena senza mai perdere di vista la città celeste.
d. Enzo Ruggiero