COMMENTO AL VANGELO XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B) (Gv. 6, 60-69)
Ascoltando le parole di Gesù, molti non credono e si allontanano da Lui. Finché faceva i miracoli tutto bene, quando poi Gesù inizia a dire: “Io sono il PANE VIVO” dall’entusiasmo si passa alla critica: la gente inizia ad allontanarsi, compresi i suoi discepoli.
“Anche voi volete andarvene?”
Questa domanda la rivolge anche a noi oggi che spesso ci comportiamo allo stesso modo: una fede di convenienza e di facciata.
Il linguaggio della fede è duro e incomprensibile. Il Cristianesimo è CONTROCORRENTE.
Non è una religione nata dall’uomo: se così fosse il mondo l’accetterebbe, perché parlerebbe il suo linguaggio e sarebbe a misura della sua mediocrità.
Oggi il mondo vuole un Gesù di comodo costruito a sua immagine e somiglianza. Anche nella Chiesa c’è la tendenza a presentare il messaggio evangelico in maniera tale che risulti appetibile alla gente. Gesù non ha mai cercato il CONSENSO della gente. Agli apostoli dubbiosi e scossi Gesù propone una dura alternativa: o credere o andarsene. Non si può restare NEUTRALI.
Oggi noi abbiamo bisogno di parlare con la stessa chiarezza e con assoluta fedeltà dicendo al mondo le parole di Gesù. Nessuno si illuda di evangelizzare con le proprie parole, con la propria sapienza o con quella del mondo. La Chiesa evangelizza in un solo modo: dicendo le parole di Gesù, perché solo le parole di Gesù sono SPIRITO e VITA. Il fatto che molte volte abbiamo l’impressione di predicare nel deserto non ci deve scoraggiare. Se diciamo le Parole di Gesù è normale che la reazione del mondo sia quella dell’incomprensione, della mormorazione e del rifiuto.
Non lasciamoci afferrare dall’ingranaggio del successo ad ogni costo o dalla pastorale del consenso. Sia la nostra evangelizzazione come quella di Cristo: parole di VERITA’, parole che sono spirito e vita. “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”!
D. Enzo Ruggiero