Gesù non è venuto a portare la pace. Togliamoci dalla testa certe immagini mielose di Gesù e smettiamola di pensare a Lui come a un guru pacifista. La Parola del Maestro è dura, bisogna schierarsi, prendere posizione. Non possiamo rimanere in panchina cercando il momento migliore per saltare in campo. O dentro o fuori. Lui ci vuole così: PRONTI e CORAGGIOSI.
Egli è consapevole di non essere venuto a portare pace sulla terra perché sa che incontrerà ostilità e rifiuto. Anziché pace troverà l’ODIO di chi lo consegnerà alla croce. Il suo non sarà un destino diverso da quello dei profeti, come Geremia, anch’egli perseguitato per la parola proclamata in nome di Dio.
La pace che egli dona non va confusa con un QUIETISMO a buon mercato, nel quale si evitano conflitti perché non si prende mai posizione su nulla.
Siamo discepoli di un Maestro che crea divisione, che ci ribalta dalle nostre certezze a buon mercato, che ci smuove, ci SCUOTE. Siamo discepoli di un Maestro che smorza le nostre chiacchiere, che ci richiama all’essenziale. Gesù è venuto a portare il FUOCO, una passione indomabile per il Regno di Dio. E non si può stare a braccia conserte: bisogna decidersi!
Forse è questa la testimonianza più urgente che è richiesta ai discepoli: non solo che siano credibili, ma soprattutto che siano CREDENTI. Certo, è importante che la nostra testimonianza davanti al mondo sia credibile e animata da buoni sentimenti, ma soprattutto che sia sorretta da una FEDE ARDENTE. Non ci possiamo accontentare di una fede TIEPIDA dei buoni sentimenti o di una vaga appartenenza al Cristianesimo. Le sue parole inquietano, scuotono le coscienze assopite, suscitano ostilità, sono d’inciampo per tanti.
Il suo messaggio è FELICE, ma non FACILE. Accoglierlo è grazia e dà PACE.
D. Enzo Ruggiero
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