COMMENTO AL VANGELO XX DOMENICA ORDINARIA A
Una donna PAGANA supplica Gesù di guarirle la figlia. I pagani sono considerati dei cani. Gesù apparentemente non le dà retta. La donna continua a gridare. Gesù la respinge, ma la donna non desiste. Non dice: Abbi pietà di mia figlia, ma di me. Perché il dolore della figlia è il dolore della madre e per muovere Gesù a compassione gli esprime tutto il suo DOLORE. Gesù mette alla PROVA la fede della donna. Se l’avesse ascoltata alla prima richiesta, il risultato finale sarebbe stato solo la guarigione della figlia. Tutto sarebbe finito lì. Invece in questo modo la sua fede è cresciuta, si è purificata fino a strapparle quel grido finale di entusiasmo. Quanta FEDE, quanta umiltà, quanta sollecitudine: questa donna conquista il cuore di Cristo, ottiene il miracolo che implorava, il premio per la sua perseveranza.
Dice S. Agostino che Gesù taceva non perché volesse negarle il suo aiuto, ma perché ella potesse meritarlo con la sua umile perseveranza. Grande è la fede che non si dà mai per vinta e che, nonostante l’apparente rifiuto di Dio, invoca la sua misericordia.
Dio ASCOLTA in modo particolare la preghiera di coloro che sanno amare, anche se talvolta sembra silenzioso e inerte. Aspetta che la nostra fede diventi più ferma, la speranza più grande, l’amore più fiducioso. Dio ascolta anche quando non ascolta! E se non esaudisce subito è perché vuole che il nostro desiderio cresca e si purifichi. E’ necessario chiedere al Signore instancabilmente, PREGARE SENZA STANCARSI.
Dio chiama tutti nella sua casa, la sua salvezza non ha frontiere, di nazionalità, di cultura, lingua, razza e colore. Gesù non solo è l’UNICO Salvatore, ma è il Salvatore di TUTTI. E’ quello che non dobbiamo mai dimenticare nella sfida odierna di portare il vangelo ai nuovi “pagani” del nostro tempo.
d. Enzo Ruggiero
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