COMMENTO AL VANGELO XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B) (Gv. 6,24-35)

Subito dopo il grande SEGNO della moltiplicazione dei pani la folla si mette alla ricerca di Gesù. Lo cercano per farlo RE. Lo cercano solo per convenienza, per avere un benessere materiale. Hanno la pancia piena e sono convinti di aver trovato finalmente un Messia all’altezza delle loro attese. Ma Gesù, che è un uomo libero, se ne va via e si ritira in un luogo solitario. Lui non è quel RE che loro cercano. Lui non è quel Messia che loro pensano di aver trovato.

Perché la folla lo cerca? Che cosa si aspetta? Quale attesa vuole colmare? Qual è il motivo per cui si sono messi sulle tracce del Maestro di Nazaret? Domande dure per i discepoli di allora, ma anche per noi oggi. Il vangelo ci interpella, ci scuote, vuole mettere a nudo la nostra ricerca.

Che cosa cerchiamo quando ci avviciniamo a Dio? Chi cerchiamo nei nostri percorsi personali all’interno di parrocchie, gruppi, movimenti? Cerchiamo Gesù o noi stessi? Cerchiamo di saziare la nostra fame e sete o cerchiamo un angolo di potere, una vetrina per il nostro narcisismo? La domanda è fondamentale perché c’è il rischio di avvicinarsi a Dio come se fosse un potente TRANQUILLANTE per poter trovare un po’ di pace nella nostra complicata quotidianità o ricercarsi uno spazio di evasione per sottrarsi alle proprie responsabilità. Oggi la Parola vuole mettere a fuoco la nostra RICERCA del volto di Dio per renderla più autentica e appassionata.

“Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato”. Gesù chiama alla conversione, alla novità: credere in quel VOLTO di Dio che Lui rivela con la sua vita e la sua parola. Questa è l’opera decisiva. Non si tratta di fare o non fare determinate cose. Ma di mettere al centro Lui, il PANE della VITA, l’unico che sazia la FAME che ci sentiamo dentro, l’unico che sa di cosa abbiamo bisogno.

D. Enzo Ruggiero