COMMENTO AL VANGELO XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B) (Gv. 6,1-15)

A partire da questa domenica la liturgia ci propone per quattro settimane la lettura continua del capitolo 6° di Giovanni, che parte dal SEGNO della moltiplicazione del pane e dei pesci per diventare una grande meditazione sul sacramento dell’Eucaristia. Siamo invitati ad accostarci a questo grande mistero che è posto nel cuore stesso della Chiesa.

Gesù con questo segno non vuole sbalordire ma, come segno di compassione e di solidarietà, vuole premiare quella folla che rinuncia al cibo materiale per andare in cerca di un cibo più sostanzioso, quello SPIRITUALE, che plachi la fame del cuore. “Non di solo pane vive l’uomo”. All’uomo non basta avere lo stomaco pieno per essere felice. L’uomo non è un animale che si può sfamare solo con le cose materiali.

La più grande mistificazione dei nostri tempi è pretendere di dimostrare che l’uomo può vivere anche senza Dio. Cioè può vivere di solo pane. L’uomo si illude di costruirsi la felicità senza Dio, con l’opera delle sue mani. E qual è il risultato? Un’infelicità dilagante: mai siamo stati così sazi e così disperati. L’uomo non è solo pane, ma ha un’intelligenza che cerca la verità, un cuore aperto all’infinito. In ogni uomo c’è una fame misteriosa di infinito e di assoluto. In ogni uomo è forte e insopprimibile la FAME DI DIO. L’uomo può vivere senza pane ma non senza Dio.

Dio vuole salvare l’uomo con l’aiuto dell’uomo, vuole salvare il mondo con l’aiuto di TUTTI NOI. Vuole che collaboriamo con Lui ma che prendiamo coscienza che senza di Lui non possiamo far nulla. Ognuno è chiamato a dare i suoi 5 pani e 2 pesci e Gesù, nella sua misericordia, li rende necessari ed efficaci per l’opera dell’evangelizzazione.

Con il Salmo abbiamo pregato dicendo: “Apri la tua mano Signore e sazia ogni vivente”. Il Signore sazia la nostra fame e la nostra sete con il suo Corpo e il suo Sangue, ma ci chiede di essere la mano aperta a tutti, specialmente ai poveri. Siamo NOI le MANI di Dio, siamo NOI il segno del suo amore e della sua provvidenza.

D. Enzo Ruggiero