COMMENTO AL VANGELO XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B) (Mc. 6,1-6)
Gesù torna a Nazaret, nella sua patria, dove abita la sua famiglia, dove tutti lo conoscono come il carpentiere, e si mette a insegnare nella sinagoga. Ma l’accoglienza che gli viene riservata è tra le più burrascose. I suoi compaesani lo “conoscono” ma non lo “riconoscono”. Non solo mormorano contro di lui, ma cercano addirittura di ucciderlo.
Di fronte a questo muro di FREDDEZZA Gesù reagisce con due atteggiamenti. Il primo è profondamente umano: “si meravigliava della loro incredulità”; la seconda reazione è espressa nella citazione di un proverbio “Nessuno è profeta in patria”, ricollegandosi alle figure dei profeti che erano rifiutati proprio dai loro concittadini, e perseguitati.
Ma perché questa reazione da parte dei suoi concittadini, perché tanta INCREDULITA’? Perché i nazaretani non accettano l’idea che il Messia possa manifestarsi in modo così umile e semplice, anzi meglio in modo così NORMALE. Pensano che un profeta debba fare cose straordinarie e prodigiose, essere forte e potente. Gesù invece si presenta come un uomo normale: “Non è costui il carpentiere”? Per loro Gesù non aveva nulla che potesse distinguerlo da loro. Non riuscivano a sopportare che un uomo come lui, che tutti conoscevano benissimo, potesse avere autorità su di loro, cioè pretendere in nome di Dio un cambiamento della loro vita e del loro cuore. Non accettano lo scandalo dell’INCARNAZIONE.
Anche per tanta gente di oggi, che pure si dice cristiana, si verifica una situazione analoga. Il vangelo oggi non suscita l’impressione di qualcosa di nuovo, perché si crede di conoscerlo e lo si dà per scontato.
Scriveva qualche anno fa Giovanni Paolo II: “Tanti europei contemporanei pensano di sapere cos’è il Cristianesimo, ma non lo conoscono realmente (…) Molti battezzati vivono come se Cristo non esistesse: si ripetono i gesti e i segni della fede, ma ad essi non corrisponde una reale accoglienza del contenuto della fede e un’adesione alla persona di Gesù”.
La conclusione è che c’è bisogno URGENTE di una NUOVA evangelizzazione. Come ridare freschezza all’annuncio a chi crede già di credere? Occorre ripartire dal CUORE della fede, che non è una serie di formule da accettare, di norme da osservare o di riti da praticare, ma è una PERSONA: Gesù Cristo, Unico Salvatore e Signore.
d. Enzo Ruggiero