COMMENTO AL VANGELO XI DOMENICA ORDINARIA (A)

Gesù si è attorniato di discepoli non per formare una scuola, ma per creare una comunità di TESTIMONI. Per questo Egli aveva consacrato tanto del suo tempo proprio alla loro formazione, vivendo in intima comunione con loro per poi mandarli in MISSIONE ad annunciare e GUARIRE perché il mondo si salvi. Essi avranno il potere che la misericordia di Dio ha gratuitamente concesso loro.

La missione non è una conquista, ma un servizio, un gesto di amore. La predicazione non è propaganda o proselitismo, ma testimonianza. L’azione evangelica non è un’imposizione, ma una proposta e un dialogo.

E’ per questo che la Chiesa dev’essere missionaria, impedendo ogni ristagno in se stessa, aprendo le porte al mondo, divenendo solidale con le attese, le necessità e le speranze degli uomini.

La POVERTA’ del vangelo non è strettezza, ma apertura nella fiducia e nella generosità. Gesù vuole che siamo poveri, perché ci vuole LIBERI e in grado di donare largamente a tutti.

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

Gesù non si accontenta di affidare agli apostoli il messaggio che devono trasmettere; vuole anche che il loro stile di vita sia consono a questa predicazione. L’unico bagaglio dell’apostolo dev’essere la sua PAROLA e la sua povertà. Tutto il resto è superfluo, anzi di ostacolo sulla strada del regno. Non servono assicurazioni o garanzie.

Riconoscere che abbiamo ricevuto tutto da Dio è la forma più profonda di povertà di spirito, che porta a dividere tutto nell’amore fraterno.

Noi, davanti alla gente di oggi, stanca, sbandata e disorientata, abbiamo gli stessi sentimenti di COMPASSIONE di Cristo Gesù?

d. Enzo Ruggiero