Il brano evangelico di questa domenica raggruppa tre brevi detti di Gesù apparentemente slegati tra di loro. Luca li raduna insieme perché sono un commento forte e provocante alla nuova Legge inaugurata dalle beatitudini. Il PRIMO: “Se un cieco guida un altro cieco entrambi cadono in un fosso” dice Gesù.
Originariamente questa affermazione era riferita ai farisei, ma in questo contesto vale per ciascuno di noi. Ognuno di noi deve scovare dentro di sé il piccolo fariseo che lo abita e lo imprigiona alla presunzione di essere giusto. E’ questa la CECITA’ da combattere: l’illusione di non aver bisogno di misericordia, di bastare a se stessi e di poter guidare altri.
Il SECONDO. In questo famosissimo proverbio della pagliuzza e della trave Gesù richiama la necessità fondamentale di COMINCIARE DA SE’. Prima di criticare, prima di pesare l’altro, prima di puntare il dito, guardati allo specchio e prova a giudicarti con la stessa severità con cui giudichi il fratello. Spesso siamo tremendamente indulgenti con noi stessi e tremendamente severi con chi ci sta vicino. Davanti allo stesso fatto non sempre usiamo la stessa misura: se siamo noi a compierlo ci assolviamo nel giro di pochi istanti, se invece è un altro succede il finimondo.
Il TERZO. Nella vita del discepolo ciò che conta è il CUORE. Il Signore insiste a farci capire che, più che quello che si dice, più che quello che si fa, nell’ordine dei valori conta quello che si è, e a questo scopo ci propone il paragone comprensibile a tutti dell’ALBERO. Ogni albero dà o non dà frutti pregiati, non a seconda della sua apparenza esteriore, ma a seconda della virtù produttiva che porta in sé. Ci sono alberi bellissimi da vedere, che sono del tutto infecondi: sono in grado di produrre solo fogliame. E ci sono alberi magari dimessi e senza splendore, che alla stagione opportuna offrono un raccolto abbondante e gustoso. Così è l’UOMO. Se lascia lavorare dentro di sé la grazia di Dio e si sforza di essere sempre più conforme al vangelo, allora effonde la fede, la speranza e l’amore attorno a sé e tutti edifica con l’eccellenza delle sue opere. Altrimenti produce solo parole vuote e illusioni, appunto come una pianta ricca soltanto di foglie. Ascoltiamo e seguiamo il nostro UNICO Maestro, che non è solo maestro con le parole, ma che ci comunica il suo cuore per trasformare così tutta la nostra vita.
D. Enzo Ruggiero
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