Ci sono passi del vangelo veramente difficili che a volte siamo tentati di cancellare perché ci mettono veramente in crisi. Il perdono ai nemici, a coloro che ci hanno fatto male deliberatamente, ci sembra troppo, al di là delle nostre forze. Come si fa a dare amore e benevolenza a chi ci ha pugnalato alle spalle, a chi ha tradito l’amicizia o gli affetti più sacri? Qual è la ragione di una simile richiesta? “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
Gesù non crede alla legge del TAGLIONE: io faccio a te quello che tu fai a me. E’ una logica perversa che, nella sua freddezza, non ha mai tolto né mai toglierà l’ingiustizia. Infatti, se ripaghi uno con la stessa moneta, non estirpi la radice del male. Al contrario la radichi ancora di più.
Il male lo si vince se viene sradicato sin dalla radice, che è nel cuore degli uomini. Il male non si vince con altro male, ma con il BENE.
Per Gesù il rifiuto della violenza può comportare anche la rinuncia a un legittimo diritto: porgere l’altra guancia, cedere il proprio vestito o il proprio denaro, accettare altri sacrifici. Ma questa rinuncia non vuol dire che le esigenze della giustizia vengano ignorate: quello che Gesù ci vuole insegnare è la distinzione tra GIUSTIZIA e VENDETTA. La vendetta non è mai giusta. Gesù blocca la spirale della violenza: l’odio non deve più richiamare altro odio. La violenza non deve produrre altra violenza.
Gesù ci propone una DILATAZIONE dell’amore: il tuo prossimo è anche il tuo nemico. Il tuo prossimo è la persona che odi, quella che non riesci a perdonare, quella che ti fa ribollire il sangue e ti fa cambiare strada. Quella persona è il tuo prossimo da amare e per la quale pregare. Quindi la norma non è più : “Quello che l’altro fa a te tu fallo a lui”, ma è piuttosto: “Quello che Dio ha fatto a te tu fallo agli altri. Come Dio ha perdonato a te, tu perdona agli altri”.
Il cristiano è chiamato a questo amore. Gesù ci consegna questo PROGRAMMA da realizzare con il suo esempio e con il suo aiuto.
d. Enzo Ruggiero