COMMENTO AL VANGELO VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (C) (Luca 6, 27-38)

“AMATE I VOSTRI NEMICI”. Sappiamo per esperienza quanto già sia difficile amare gli amici, i parenti, i vicini; ancora più difficile è accogliere e amare gli stranieri, gli sconosciuti, i lontani, figuriamoci i nemici! Eppure senza l’amore per i nemici non c’è futuro, perché solo il PERDONO è in grado di spezzare le catene dell’odio.

L’amore di cui parla il vangelo non è un sentimento spontaneo di simpatia. Amare vuol dire volere il bene e la vita dell’altro. Perciò noi possiamo:

– restituire male per bene: e questa è malvagità ingiustificata

– restituire “bene per bene” o “male per male”: e questa è la legge del taglione che fonda l’ordine giuridico della società

– restituire BENE per male e questa è la forza dell’AMORE.

Nel primo caso si produce il male, nel secondo caso si pone un limite al male, nel terzo caso si ELIMINA il male. Il primo atteggiamento è dell’uomo “peccatore”, il secondo del “giusto”, il terzo del “figlio di Dio”.

Gesù ci dice: “Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati”. Non significa che non dobbiamo assolutamente valutare le azioni degli altri mantenendoci amorfi e apatici, ma che non dobbiamo erigerci a giudici che pronunciano contro gli altri sentenze di colpevolezza, perché SOLO DIO può pronunciare l’ultima sentenza su un uomo. Lui solo scruta i cuori degli uomini: CHI SEI TU per giudicare tuo fratello?

Questa non è una morale opportunistica, è molto di più: non giudicate e così Dio non giudicherà voi. Non condannate perché Dio non vi ha condannati.

Il giudizio finale verso di noi sarà condotto secondo la logica che noi avremo scelto verso i fratelli: sarà un giudizio crudele se siamo stati crudeli; sarà un giudizio di stretta giustizia se saremo stati giusti; sarà un giudizio misericordioso se saremo stati misericordiosi.

Don Enzo Ruggiero