Siamo nella domenica delle BEATITUDINI. Gesù, dopo aver passato la notte in preghiera, scende dal monte e si trova di fronte una numerosissima folla: tutti volevano ascoltarlo, toccarlo, sentirlo vicino. Tutti aspettavano una vita nuova, migliore e speravano di trovarla attraverso quel giovane profeta di Nazaret. Gesù, vedendo quella folla, pronuncia uno dei discorsi più importanti: quello delle BEATITUDINI. Sono parole dirette a quei poveri, a quella gente che era esclusa dalla felicità, a coloro che erano insultati e rifiutati, a chi mendicava salute e guarigione anche cercando di toccare solo il lembo del suo mantello.
Gesù dice ai poveri e ai malati che sono BEATI perché Dio ha scelto di occuparsi di loro, prima che degli altri. Ed è Gesù stesso a inaugurare il tempo nuovo delle beatitudini: Dio dà il pane a chi ha fame, trasforma in gioia il pianto degli afflitti e la tristezza dei disperati. Il Regno è dei POVERI, sin da ora, perché Dio ha scelto di stare dalla loro parte.
Gesù si rivolge a quelli che hanno lasciato tutto, che lo stanno seguendo ribaltando la loro vita: BEATI VOI. Gesù dice loro: Se tu lasci tutto per Dio, Dio si prende cura di te. Tu sei beato, perché hai Dio come tuo CUSTODE.
La beatitudine di Gesù è l’annuncio di una custodia fedele per i discepoli che vivono la povertà, la fame, che si espongono a lacrime e incomprensione. Gesù non si è limitato a proclamare queste beatitudini, ma soprattutto le ha VISSUTE. Esse sono il suo RITRATTO.
Lui è il POVERO che ha messo tutto nelle mani del Padre.
Lui è l’AFFAMATO, colui che PIANGE, che è ODIATO e perseguitato.
I discepoli ricevono non solo un annuncio di beatitudine, ma hanno davanti agli occhi il MODELLO di ogni beatitudine: GESU’.
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