COMMENTO AL VANGELO V DOMENICA DI PASQUA C
Che differenza c’è tra un cristiano e uno che non lo è? Basta leggere il vangelo odierno: “Se avete amore gli uni per gli altri” dice Gesù. Fin qui tutto facile. Qualcuno potrebbe pensare che basta rispettarsi e siamo ottimi cristiani. Però il Signore aggiunge: “Amatevi COME IO ho amato voi”. Lo specifico del cristiano non è amare, ma amare COME Cristo. Non: quanto Cristo, impresa impossibile all’uomo. Ma come Lui: con quel sapore, in quella forma, in quello stile, donandoci fino in fondo, senza fare differenze di persone. Se imitiamo Gesù nel suo amore, allora non ci sarà nemmeno bisogno di dire che siamo cristiani, perché si vedrà. Infatti Gesù conclude: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”.
E’ bella l’idea di poter essere un’immagine vivente di Gesù, non per come vestiamo, non per come preghiamo, non perché andiamo in giro dicendo che siamo cristiani…. Non basta infatti andare a messa, non basta essere battezzati, non basta fare qualche offerta o qualche opera buona, non basta nemmeno fare tante preghiere o accendere ceri ai Santi per dirsi cristiani. Cristiani dobbiamo ESSERLO, non farlo, e saremo cristiani se sapremo essere sua immagine, sua fotografia vivente, se ci ameremo gli uni gli altri come Lui ci ha amati.
Dall’AMORE dobbiamo essere conosciuti. Non dalle devozioni, non dalle preghiere, non dai segni esteriori, non dalle organizzazioni caritative, ma dall’AMORE. L’amore è ciò che maggiormente deve stare a cuore nella Chiesa. Che sia vero, che sia libero, che sia evidente. Un amore che diventi concreto e fattivo, tollerante e paziente, autentico e accessibile, che sappia manifestarsi nel momento della prova e del tradimento.
L’amore dei cristiani è anzitutto un amore ricevuto e accolto: noi amiamo, ci amiamo perché SIAMO AMATI. Ci possiamo amare e accogliere, perché Lui per primo ci ha amati e ci ama.
Celebrando oggi l’Eucaristia, memoria del Risorto, cerchiamo anzitutto di amare di più e meglio, perché chi ci vede si accorga che in mezzo a noi dimora il Cristo. Per glorificare anche noi il Padre.
Enzo Ruggiero
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