COMMENTO AL VANGELO SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI
(Mt. 5,1-12)
Iniziamo il mese di novembre, con la splendida e luminosa festa di tutti i Santi: l’occasione per ricordarci della nostra origine e del nostro destino. Eccoli i Santi: persone “NORMALI” che hanno preso molto sul serio il Vangelo, che hanno realizzato, ognuno nella propria epoca e nella propria condizione, la sequela di Cristo e ora vegliano su di noi.
Oggi è la festa del nostro DESTINO, della nostra chiamata.
Il santo è colui che ha scoperto questo destino e l’ha realizzato: ha lasciato che il Signore prendesse possesso della sua vita.
Siamo chiamati a RIAPPROPRIARCI dei Santi, a tirarli giù dalle nicchie della devozione in cui li abbiamo esiliati per farli diventare nostri amici, nostri fratelli e maestri. Riportiamoli nella quotidianità della nostra vita, ascoltiamoli mentre ci suggeriscono le VIE che ci portano verso la pienezza della felicità.
I santi non sono persone strane, ma discepoli che hanno creduto nel sogno di Dio. I santi non sono nati predestinati, ma uomini e donne come noi che si sono fidati di Dio.
I santi non sono operatori di prodigi: il più grande miracolo è la loro continua conversione.
I santi non sono perfetti e impeccabili, ma hanno avuto il coraggio, che spesso noi non abbiamo, di ricominciare, dopo avere sbagliato.
I santi non sono dei solitari: dopo avere conosciuto la gloria e la bellezza di Dio, non hanno che un desiderio: quella di condividerla con noi.
Celebrare la solennità di tutti i santi ci fa bene: ci consente di alzare gli occhi al cielo e pensare alla GIOIA che ora vivono tanti nostri fratelli e sorelle nel cielo, ricordandoci la nostra meta, la nostra chiamata. Infatti «la santità è il volto più bello della Chiesa: è un dono che viene offerto a tutti, nessuno escluso» (papa Francesco). Scriveva un grande scrittore francese: “Non c’è che una tristezza, quella di non essere Santi”.
Ecco dunque il significato dell’odierna solennità: guardando al luminoso esempio dei Santi si deve risvegliare in noi il grande DESISERIO di essere come loro: felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli amici di Dio.
Don Enzo Ruggiero