COMMENTO AL VANGELO della III DOMENICA DI QUARESIMA (C) (Luca 13, 1-9)
Le letture di questa domenica si intrecciano sul tema della CONVERSIONE, parola chiave del tempo quaresimale. Il vangelo ci presenta due tragici fatti di cronaca che Gesù, a differenza dei farisei, legge non come un CASTIGO ma come un AMMONIMENTO e un invito alla conversione per tutti: “Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Noi ci saremmo sicuramente fermati ai luoghi comuni sul DESTINO e la fatalità.
A volte c’è il rischio di ridurre la conversione solo a una questione di GESTI o di atteggiamenti: togliere qualche vizio e far crescere qualche virtù, cioè tentare di essere più buoni e più bravi. Tutto questo è certamente importante, ma rischia di essere sterile e superficiale se non corrisponde anche a una conversione del CUORE, a una VIRATA RADICALE sui passi di Cristo.
La nostra conversione quaresimale non può ridursi a un’opera di copertura o di nascondimento. Dobbiamo abbandonare la pretesa di essere gli architetti della nostra vita e dichiarare seriamente che abbiamo bisogno di Lui. E allora coraggio! Se la nostra vita cristiana ci sembra arida, se ci sembra impossibile uscire da situazioni complicate, se dopo tutti i buoni propositi che abbiamo fatto non è ancora cambiato nulla, non lasciamoci prendere dallo SCORAGGIAMENTO. Guardiamo al fico della parabola di Gesù: è tre anni che non produce un bel niente, ma il contadino chiede ancora tempo al padrone.
La conversione è ancora possibile: questo è tempo di MISERICORDIA. Attenzione però: niente scoraggiamenti ma anche niente accomodamenti. La conversione non è solo un dovere, ma anche una possibilità per tutti. Nessuno è escluso dalla possibilità di cambiare. Nessuno è irrecuperabile. Dio è un Padre buono, il tempo della misericordia si dilata per rendere possibile la conversione ma non per rimandarla all’INFINITO!
La Quaresima è giunta ormai a metà del suo cammino: l’albero della tua vita sta portando frutti o è ancora sterile?