COMMENTO AL VANGELO II DOMENICA ORDINARIA A
Ancora una volta incontriamo Giovanni il Battista. Il vangelo ci dice che Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo”. Soffermiamoci su queste parole. “Vide Gesù venire verso di lui”: vuol dire che non sono gli uomini ad andare incontro a Gesù, ma è Lui che VA INCONTRO a loro. E’ il mistero che abbiamo celebrato nel Natale: Gesù è venuto ad abitare in mezzo agli uomini, è sceso verso di noi per abitare in mezzo a noi.
Anzitutto lo RICONOSCE come l’AGNELLO DI DIO. Nelle religioni antiche il sacrificio era immolare qualcosa per Dio, nel Cristianesimo invece è Dio che si immola per noi. C’è un capovolgimento: invece di chiedere sacrifici, Dio sacrifica se stesso. Giovanni ci indica Gesù come Salvatore, ci porta a Lui. Lo riconosce come Figlio di Dio, il Messia. Il cuore della nostra fede non è l’esistenza di Dio. Il cuore della nostra fede è il mistero dell’INCARNAZIONE. Non basta credere in Dio per essere cristiani: la nostra fede deve concentrarsi sulla persona di Gesù Cristo, che è Dio fatto uomo.
Giovanni dopo averlo riconosciuto diventa TESTIMONE, fino all’effusione del sangue. La testimonianza cristiana non è attivismo, non è propaganda, né tanto meno proselitismo. Essa nasce da un’esperienza personale. E’ un’esperienza personale che dobbiamo testimoniare, non una dottrina, L’incontro con Cristo è un DONO che, come Giovanni, abbiamo ricevuto e dobbiamo testimoniare. Se si spegne la testimonianza nella Chiesa vuol dire che si sta spegnendo l’esperienza di Dio. Questo sarebbe terribile. La Chiesa esiste per portare la luce, la speranza e la gioia. Invece noi non ci preoccupiamo più di trasmettere la FEDE.
E’ questo il compito che il Signore ci affida: a un mondo assetato di mistero, dobbiamo testimoniare che il Mistero si è fatto carne e cammina in mezzo a noi. L’essenza del nostro essere cristiani è proprio questa: riconoscere e testimoniare, come Giovanni, che Gesù è il SIGNORE, la nostra unica salvezza.
D. Enzo Ruggiero