COMMENTO AL VANGELO II DOMENICA DOPO NATALE (Gv. 1, 1-18)
In questa II domenica dopo Natale la liturgia ci conduce di nuovo al cuore della fede cristiana, al mistero dell’INCARNAZIONE. Però invece di presentarci il Bambino nella sua umanità e nella sua fragilità, umile e povero, lo presenta a noi nello splendore della sua divinità. “In principio era il Verbo…Il Verbo era presso Dio……il Verbo era Dio”.
Con il termine Verbo Giovanni non intende un concetto filosofico, una parola astratta, ma il Cristo storico, vivente nato da Maria. Gesù è il VERBO, il Dio manifestato, l’immagine visibile del Dio invisibile. Mai il vangelo ci mostra Gesù solo nell’umiltà della sua natura umana o solo nella grandezza della sua natura divina. Il Gesù dei Vangeli è sempre vero uomo e vero Dio. La sua umanità non è una semplice maschera e la sua divinità non è un semplice simbolo. In Lui c’è la grandezza del Creatore e la piccolezza della creatura.
Quanti di noi cristiani abbiamo colto nella fede l’avvenimento degli avvenimenti, il più importante, cioè che Dio si è fatto uomo? Quanti di noi hanno celebrato un Natale sentimentale ma non hanno colto la grandezza di questo mistero di amore di Dio che si fa uomo, che viene in mezzo a noi, che si consegna nelle nostre mani? DIO SI E’ FATTO UOMO!!! Ma noi ci crediamo? Comprendiamo la radicalità di questo evento? Oggi c’è una disconoscenza diffusa da parte dei cristiani di questo evento fondamentale. L’essenza della fede cristiana è il riconoscimento di Cristo come Dio fatto uomo. Ma quanti di noi hanno afferrato questa verità? Il grande problema è proprio questo: chi è veramente Gesù?
Dio si è fatto uomo perché l’uomo fosse PARTECIPE della natura divina. Il nostro destino è l’infinita gioia, l’infinita beatitudine, l’infinito amore. Possa il Padre della gloria darci uno spirito di sapienza per una più profonda conoscenza di chi è Cristo e illuminare gli occhi della nostra mente per farci comprendere a quale SPERANZA siamo chiamati e quale tesoro di gloria racchiude la nostra eredità. E possa donarci un 2025 di pace e di gioia.
DON Enzo Ruggiero