COMMENTO AL VANGELO II DOMENICA DI QUARESIMA (B)
(Mc. 9,2-10)
Gesù, in cammino verso Gerusalemme, preannuncia ai discepoli la sua PASSIONE. I discepoli si aspettavano una marcia trionfale, non un percorso di dolore. Ed è per questo che con la Trasfigurazione Gesù ha voluto PREPARARLI ad affrontare la grande prova e lo scandalo della passione e morte.
Quel giorno Gesù apparve loro in una LUCE NUOVA, nella quale capirono chi era veramente Gesù. E’ come se la divinità nascosta del Verbo incarnato sfondasse le pareti della sua carne e brillasse in tutta la sua gloria. Dio fece risplendere quel giorno nel cuore dei discepoli la gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
Anche per noi la Trasfigurazione è un anticipo di LUCE nel cuore della Quaresima. E’ un invito a ricordarci, specialmente quando attraversiamo una prova difficile, che il Signore è Risorto e non permette al buio di avere l’ultima parola.
A volte capita di attraversare momenti di oscurità e di pensare che non ci sia una via d’uscita. Ci sentiamo impauriti di fronte ai grandi enigmi come la malattia, il dolore innocente o il mistero della morte. Abbiamo bisogno, allora, di un altro sguardo, di una LUCE che illumini in profondità il mistero della vita e ci aiuti ad andare oltre i nostri schemi e oltre i criteri di questo mondo.
Anche noi siamo chiamati a salire sul monte, a contemplare la bellezza del Risorto che accende sprazzi di luce in ogni frammento della nostra vita e ci aiuta ad interpretare la storia a partire dalla vittoria pasquale.
Siamo chiamati a fare esperienza dell’incontro con Cristo perché, illuminati dalla sua luce, possiamo portarla e farla risplendere ovunque.
Coraggio, allora, se portiamo una CROCE pesante sulle spalle. Per noi e per tutti brilla la LUCE di Cristo, la luce del Tabor, anticipo e META del nostro cammino verso la Pasqua.
d. Enzo Ruggiero