“Sei tu quello che deve venire o dobbiamo attendere un altro”? Giovanni Battista è in prigione. Erode ha deciso di far tacere il focoso profeta che battezza nel Giordano e lo rinchiude nella sua fortezza. I suoi discepoli gli portano notizie di Gesù e il profeta incatenato manda a chiedere se è lui l’Atteso, Colui che deve venire. Non è una domanda dettata dal dubbio o dalla curiosità. E’ una domanda decisiva, perché porta alla luce anche le nostre ESITAZIONI, il nostro modo di immaginare un volto di Dio diverso da quello che Gesù ci rivela. Chi davvero attendiamo? Chi poniamo al centro della nostra vita?
Questa domanda è la RADICE della fede cristiana, perché svela la distanza tra le nostre attese e la rivelazione di Dio. Ci sono molti cristiani, convinti di essere tali, che credono in una divinità prodotta dalla loro fantasia o dai loro bisogni: un Dio CASTIGATORE che con un colpo di frusta stermina tutti i cattivi della terra; un Dio RISOLUTORE che con abilità e competenza risolve tutti i problemi del mondo; un Dio PATERNALISTA che si prende cura di noi e sistema tutte le nostre situazioni difficili.

Giovanni Battista riesce a mettere in questione la sua attesa di Dio, la sua immagine di Messia e di conseguenza la sua fede. E noi? Ne siamo capaci? Questo tempo di Avvento è anche per noi l’occasione per fare piazza pulita di tutte le immagini FALSE di Dio che ci portiamo dentro, di tutti i nostri desideri, di tutti i nostri piccoli e grandi idoli. Il Battista insegna: non si può essere cristiani in modo generico o approssimativo, secondo il proprio gusto, ma è necessario accettare l’insegnamento e lo stile di vita di Cristo e conformarsi fedelmente alla sua volontà.
Cerchiamo uno SPAZIO di preghiera e di silenzio per ridare limpidezza alla nostra fede e alla nostra vita. Davanti al vangelo interroghiamo le nostre pretese su Dio, purifichiamo le immagini DISTORTE di Lui che ci portiamo dentro. Con cuore semplice affidiamo a Colui-che-viene le nostre attese, le domande e i desideri. Solo così sapremo riconoscere i segni della sua presenza in mezzo a noi.

d. Enzo Ruggiero