R. e P.
La Commemorazione dei fedeli defunti è, da sempre, un giorno consacrato al ricordo di coloro che hanno concluso la loro vita terrena, ma hanno lasciato un segno indelebile nella nostra esistenza.
Il nostro animo si apre alla GRATITUDINE: quante persone ci sono state donate, quanti gesti e parole ci hanno permesso di crescere e di aprirci con fiducia alla vita, di affrontarne le prove, di condividere ideali e attese.
Questa riconoscenza è un atto dovuto, che trova molte strade per esprimersi.
Nella visita al cimitero ci accorgiamo come la vita è BREVE e fugace e ci riporta alla realtà, al giusto valore delle cose, ci fa dimenticare il superfluo, ci orienta all’essenziale e a vivere con maggiore intensità e coerenza.
Nulla però più della PREGHIERA costituisce un segno efficace del nostro amore. Una preghiera che diventa ringraziamento e supplica, una preghiera che vuole affidare a Dio coloro che ci hanno fatto del bene perché possano trovare in Lui la pace e la gioia. E’ una preghiera che non ha bisogno di molte parole, fatta più col cuore che con le labbra. Una preghiera che fa bene prima di tutto a noi che la formuliamo.
Invocando la pienezza della vita eterna, noi ci lasciamo illuminare dal mistero della RISURREZIONE. E’ questo il nostro punto di forza. Se Cristo non fosse risorto tutto sarebbe solo un vano tentativo di consolarci di fronte alla morte. E invece la risurrezione di Cristo è l’evento su cui può poggiare la nostra speranza; se Cristo è risorto anche noi, secondo la sua promessa, risorgeremo.
Davanti alle tombe di un cimitero i nostri gesti e le parole si aprono alla SPERANZA: un giorno ritroveremo le persone care e con loro canteremo a Dio la nostra gioia perché Egli ha mantenuto le sue promesse e ci ha strappato per sempre al potere della morte
d. Enzo Ruggiero