Pesca a strascico in Calabria ferma dal 5 settembre al 4 ottobre 2022 con il settore pesca in ginocchio
Dopo due anni di emergenza sanitaria, agli inizi di febbraio scoppia la guerra in Ucraina per l’invasione russa, e come effetto collaterale immediato, da noi, esplode una crisi economica non prevista che colpisce anche l’intera economia ittica. In particolare, – dichiara Salvatore Martilotti presidente del “Comitato Pescatori Calabria” – mette in ginocchio le imprese di pesca e i marittimi componenti gli equipaggi per via dell’aumento esponenziale del costo del gasolio non sopportabile, come costo operativo, dalle flotte da pesca italiane ed, in particolare, da quella calabrese che già da più tempo è attraversata da una crisi strutturale. La conseguenza in tutte le nostre marinerie è che il settore della pesca è in grave difficoltà e, al di là degli interventi a sostegno del MIPAAF, solo la Regione Calabria, nel panorama delle Regioni costiere italiane, ancora alla data odierna, a noi così sembra, non è intervenuta con nessuna azione a sostegno considerata la grave crisi che attanaglia la flotta da pesca calabrese per via del caro gasolio.

E in queste condizioni che inizia il fermo pesca obbligatorio 2022 nei due mari calabresi, anche se ufficialmente il fermo pesca obbligatorio parte dal 5 settembre fino al 4 ottobre 2022. Tuttavia, di fatto, già da oggi 3 settembre tutta la flotta a strascico calabrese è ferma nei vari porti regionali con possibili ripercussioni nell’economia locale e non solo. Come è noto il fermo biologico della pesca, è imposto ogni anno dal Ministero per permettere alla risorsa ittica di riprodursi. Nei due litorali calabresi non si potrà pescare fino al 4 ottobre, ma la presenza sulle tavole del prodotto fresco rimane garantita dalla piccola pesca artigianale che continua l’attività di pesca pur in presenza della grave crisi. Sulle tavole dei calabresi – continua Salvatore Martilotti – potremo trovare tutte le specie normalmente pescate dalla pesca costiera artigianale che rappresenta la maggioranza della flotta calabrese. Tuttavia i prezzi potrebbero salire per l’aumento esponenziale dei costi operativi delle nostre micro-imprese di pesca, ma anche per via della diminuzione della quantità, che si farà sentire soprattutto a Schiavonea, Cariati, Crotone, Catanzaro Lido, Roccella Jonica Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Vibo Marina e Cetraro dove la flotta di motopescherecci a strascico è ben più corposa. Oltre al fermo pesca obbligatorio, dal 5 settembre al 4 ottobre, la flotta a strascico regionale dovrà continuare ad osservare fino 31 dicembre giornate di fermo pesca aggiuntivo obbligatorie che per la maggioranza della flotta arrivano fino a 54 giornate così come voluto dall’Unione Europa, sempre per ragioni di sostenibilità, dopo i risultati della ricerca scientifica nelle due GSA calabresi con il mare ionio più soggetto a giornate di fermo aggiuntivo obbligatorio rispetto al mare tirreno.

Per la pesca calabrese il 2022 è un anno molto delicato: se da una parte durante i mesi estivi c’è stata una leggera ripresa, dall’altro pesa l’aumento del costo del gasolio. Allora, forse, si rende necessario invertire rotta per far ripartire i pescatori e le imprese di pesca per cercare di assicurare un futuro alla pesca calabrese, ma, soprattutto, per le nuove generazioni serve costruire la speranza di un settore attraente. E forse, in questa fase di grave difficoltà, servirebbe meno propaganda e più programmazione da parte della Regione Calabria con il coinvolgimento dei Comuni costieri, delle Organizzazioni di rappresentanza del settore compreso i pescatori e le imprese di pesca. Serve una svolta -conclude Salvatore Martilotti – per avviare una serie programmazione in linea con quella dell’Unione europea e nazionale governata dalla legge regionale di settore (L.R. n.27/2004) per “ottimizzare gli strumenti comunitari pesca”, a partire dai FLAG nella nuova programmazione UE 2021/2027 con priorità l’accesso al credito alle imprese di pesca e all’organizzazione dei servizi pesca nei punti di sbarco obbligatori per la UE. Tuttavia, per assicurare una ripresa dell’attività serve puntare su innovazione e diversificazione per accompagnare il settore verso lo sviluppo possibile in modalità inter-settoriale con un agire legale per tutelare e difendere gli interessi sociali ed economici dei pescatori e delle imprese di pesca.