A distanza di circa quattro anni e mezzo da una rapina avvenuta nella sede della Ubi Banca di Cosenza, la squadra mobile locale ritiene di aver fatto luce sull’accaduto arrestando, ieri sera, una persona residente nel capoluogo bruzio che si ritiene abbia commesso il fatto insieme ad altre persone al momento ancora non identificate.

All’uomo il Gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, contesta oltre che il reato di rapina aggravata anche il sequestro di persona di alcuni dipendenti e clienti dell’istituto oltre che il porto abusivo di arma da taglio.

Il “colpo” risale esattamente all’11 luglio del 2017: quattro persone entrarono allora nella banca e portarono via un bottino di oltre 200 mila euro.

I malfattori, che agirono col volto coperto, accedettero alla cassaforte minacciando un dipendente dell’istituto con un taglierino e rinchiudendo in una stanza altri dipendenti e alcuni clienti così da agevolarsi nella fuga.

Fuga che avvenne a bordo di auto rubata e che, ritrovata immediatamente, premise anche il ritrovamento nelle sue vicinanze di una calzamaglia utilizzata per il travisamento da parte di uno dei rapinatori.

La scrupolosa attività di repertazione effettuata sul posto dalla polizia ed i successivi esami genetici, realizzati dalla Scientifica di Palermo sui reperti biologici ritrovati sulla calzamaglia, hanno consentito di individuare, con assoluta certezza, il profilo genetico dell’indagato.

L’uomo, che annovera precedenti specifici, è stato rintracciato nella sua abitazione dove era sottoposto ai domiciliari per altra causa: dopo gli adempimenti di rito per lui si sono spalancate le porte della casa circondariale locale.

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