La polizia sta indagando per comprendere se fosse destinato alla ‘ndrangheta, o comunque ad una organizzazione criminale italiana, l’importante carico di droga intercettato e sequestrato nel porto di Civitavecchia.

Parliamo di circa 87 chili di cocaina pura, che si stima del valore commerciale che si aggiri intorno ai dieci milioni di euro, sbarcati da un traghetto proveniente da Barcellona.

Gli agenti della Polizia di Frontiera Marittima presenti nella scalo laziale, dopo aver effettuato un’attenta disamina della lista dei passeggeri in arrivo dalla capitale della Catalogna, hanno controllato alcuni mezzi che erano sul traghetto e che dovevano sbarcare nella serata di mercoledì scorso, 20 novembre.

Tra questi vi era un trattore stradale con agganciato un semirimorchio condotto da un autotrasportatore di origine spagnola. Nelle fasi iniziali della verifica il conducente è apparso però particolarmente nervoso e poco collaborativo, un atteggiamento che si sarebbe acuito appena il cane poliziotto “Eviva” si avvicinava al camion.

Si è così deciso di controllare attentamente il contenuto del semirimorchio, scaricando la merce che trasportava e procedendo successivamente a ispezionare l’abitacolo del camion.

Ed è proprio all’interno del posto guida che Eviva ha segnalato la contaminazione da stupefacente, che però da un esame visivo non è stata individuata.

Perquisita meglio la cabina di guida, sono stati trovati due telecomandi simili a quelli utilizzati per l’apertura dei cancelli elettrici con vicino alcuni fusibili, così come uno “slot” vuoto.

Qui gli agenti hanno inserito il fusibile e premuto il pulsante del comando elettrico hanno visto i due sedili dell’abitacolo alzarsi, rimuovendosi automaticamente dal loro alloggiamento e svelando un ampio doppiofondo chiuso ermeticamente dall’esterno, dove erano nascosti numerosi pacchi: si trattava di 79 panetti per un totale, appunto, di quasi novanta chili di coca.

Per l’autista del camion sono così scattate le manette ed è stato poi accompagnato nella Casa Circondariale di Aurelia dove è disposizione del Sostituto Procuratore titolare delle indagini, Martina Frattin.

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