“Nella giornata del 12 novembre riceviamo una lettera da parte del Comune di Brancaleone, dove ci viene intimato di sgomberare, da cose e persone, i locali attualmente adibiti a Centro Recupero Tartarughe Marine. Il motivo? La lettera riporta che Ferservizi (Gruppo Ferrovie dello Stato) non intende più rinnovare il contratto di comodato d’uso al Comune di Brancaleone per i locali della stazione ferroviaria che dal 2006 ospitano il CRTM di Brancaleone (concessi in comodato d’uso dal suddetto Comune alla nostra onlus, la quale ha sempre provveduto ad autofinanziarsi nella gestione senza MAI gravare su alcuna istituzione) e chiede, quindi, di tornarne in possesso. Un fulmine a ciel sereno che ci lascia attoniti e senza parole”, è quanto scrivono in una nota Filippo Armonio e Tania Il Grande dell’Associazione Blue Conservancy Onlus. “A nulla – proseguono- è valso il nostro impegno che, in questi anni, ha portato la piccola cittadina di Brancaleone ad avere una risonanza mediatica positiva a livello nazionale e internazionale per quanto concerne la tutela e conservazione delle tartarughe marine, attirando l’interesse degli autori di programmi di tiratura nazionale come Sì Viaggiare, Linea Blu, Quante Storie, L’Arca di Noè, fino alla partecipazione in un documentario della BBC. Nella lettera sono riportate testuali parole: “Nella profonda consapevolezza dell’alto valore sociale dell’attività di codesta Onlus, che si prodiga con lodevole impegno a tutela della conservazione dell’ambiente e della natura, questa Commissione si vede costretta a richiedere lo sgombero dei locali assegnati a codesta Associazione, per poter procedere alle restituzione dei locali all’Ente proprietario”. Siamo molto rammaricati da questa decisione, ma non è in nostro potere risolvere la questione burocratica tra Ferservizi e Comune di Brancaleone. Proprio adesso che eravamo riusciti ad avviare i lavori di ristrutturazione (una parte dei quali a carico nostro e una parte a opera di Ferrovie dello Stato) per riparare i danni dovuti all’alluvione, ci troviamo costretti a sgomberare la struttura e sospendere ogni attività. Ci abbiamo provato con tutte le nostre forze ma, non essendoci alternative, siamo costretti a chiudere definitivamente il CRTM di Brancaleone, una piccola realtà della costa ionica calabrese che, in 12 anni, ha tratto in salvo oltre 600 tartarughe marine vittime della pesca e dell’inquinamento, ospitato e formato oltre 1000 volontari e studenti, sensibilizzato circa 8000 scolari e diverse decine di migliaia di turisti e visitatori della struttura. In questa assurda vicenda, a pagarne le spese maggiori sono, purtroppo, le tartarughe marine che, senza le attività di soccorso e quelle non meno importanti di educazione e sensibilizzazione di grandi e piccini, non sarà più possibile salvare da ora in avanti. Ancora una volta noi volontari ci sentiamo umiliati dalle istituzioni che si sono dimostrate sempre più distanti dalla nostra causa. Con queste poche parole abbiamo cercato di sintetizzare una vicenda che, per colpa dei soliti cavilli burocratici, vede sgretolarsi definitivamente una delle più belle realtà della nostra amata e martoriata Calabria. Ci teniamo, comunque, a ringraziare chi, insieme a noi, ci ha creduto fino alla fine e in tutti questi anni ci ha sostenuto”, concludono.
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